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Classi di concorso: da 168 a 114, 11 nuove

Il Consiglio dei Ministri ha avviato oggi l’esame del Regolamento di revisione delle classi di concorso che vengono rese coerenti con gli indirizzi di studio della riforma delle superiori avviata nel 2010 e adeguate ai titoli universitari dell’attuale ordinamento.

01/08/2015
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Il Consiglio dei Ministri ha avviato oggi l’esame del Regolamento di revisione delle classi di concorso che vengono rese coerenti con gli indirizzi di studio della riforma delle superiori avviata nel 2010 e adeguate ai titoli universitari dell’attuale ordinamento.  

Le classi di concorso indicano, attraverso un codice alfanumerico, l’insieme di materie che possono essere insegnate da un docente. Ogni classe prevede specifici titoli di accesso ai percorsi abilitanti. Con la revisione avviata oggi, vengono accorpate e semplificate quelle esistenti (che passano da 168 a 114) e ne vengono introdotte 11 nuove per l’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado, fra cui la A-23, Lingua italiana per discenti di lingua straniera, e alcune classi relative a nuovi indirizzi della scuola di secondo grado come quello musicale e coreutico. Vengono anche introdotte 2 nuove classi di concorso che riguardano posti di insegnante di materie tecnico-pratiche. 

La revisione delle classi di concorso è il primo passo per poter avviare le procedure del prossimo concorso per insegnanti - dichiara il Ministro Stefania Giannini - Dopo il Piano straordinario di assunzioni di quest’anno torneremo infatti a bandire regolarmente concorsi per entrare nella scuola”.  

Con l’adeguamento delle classi di concorso ai nuovi ordinamenti universitari, alcune categorie di laureati finora escluse dall’insegnamento di materie coerenti con il loro piano di studi potranno accedere agli specifici percorsi abilitanti. Ad esempio i laureati in Scienze politiche potranno insegnare discipline giuridiche ed economiche.

L’iter del Regolamento prevede ora il passaggio in Conferenza Unificata, al Consiglio di Stato, nelle Commissioni parlamentari e, per il via libera definitivo, nuovamente in Consiglio dei Ministri


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