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Classe a casa se c’è un positivo Elementari, tornano i giudizi

Il comitato tecnico scientifico coordinato da Agostino Miozzo avrebbe dovuto consegnare ieri il decalogo per la ripresa alla ministra Lucia Azzolina ma c’erano ancora alcune questioni da decidere.

28/05/2020
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

«L’unico scenario auspicabile, è che il virus a settembre sia scomparso», si lascia sfuggire in un momento di preoccupazione uno degli esperti della commissione Bianchi che sta per consegnare le proposte per la ripresa. «Il distanziamento nelle scuole rischia di essere una misura difficilmente praticabile», rincara il presidente dell’Associazione presidi Antonello Giannelli.

Il timore nel mondo della scuola non è soltanto di scoprire finalmente oggi le regole sanitarie imposte dal comitato tecnico scientifico per consentire il rientro dopo le vacanze, ma di sapere che cosa succederà se si dovesse verificare un contagio. Per questo scenario l’iter da seguire è quello standard: la quarantena è prevista solo per lo studente o l’insegnante positivo ma la classe sarà messa in isolamento fiduciario a casa (le classi, se si tratta di un insegnante che ha più gruppi). In questo caso si riprenderà la didattica a distanza già sperimentata in questi mesi.

Il comitato tecnico scientifico coordinato da Agostino Miozzo avrebbe dovuto consegnare ieri il decalogo per la ripresa alla ministra Lucia Azzolina ma c’erano ancora alcune questioni da decidere. La prima riguarda l’obbligo della mascherina per le 6-8 ore che i bambini e i ragazzi passeranno a scuola: c’era da fare un’ulteriore riflessione sia su come rendere la prescrizione praticabile, sia su come assicurarsi che tutti la portino effettivamente e sulla responsabilità di vigilare sull’uso o il mal uso. Il comitato potrà comunque modificare le proprie decisioni prima di settembre se la situazione dei contagi dovesse ulteriormente migliorare.

La distanza minima personale tra studenti resta un metro, come del resto prescrivono al momento tutti i protocolli: tra un banco e l’altro potrebbe dunque esserci anche un po’ meno distanza. Saranno i presidi a dividere le classi a seconda dell’ampiezza delle aule. Ci dovranno poi essere regole precise anche per quegli studenti con disabilità per i quali il distanziamento dall’insegnante di sostegno è più complicato.

Oltre agli ingressi scaglionati, ai percorsi obbligatori nei corridoi, si cercherà di isolare il più possibile le classi, prevedendo il minor numero di spostamenti e anche l’intervallo in aula. Per la mensa saranno le scuole a decidere a seconda degli spazi: potranno fare un servizio a turni o ricorrere al pranzo al sacco in classe se i locali non sono sufficienti.

Tra le novità dell’anno prossimo ci sarà il ritorno dei giudizi per le elementari: un emendamento del Pd al decreto scuola prevede di abolire i voti finali e di sostituirli con «giudizi descrittivi». Come, lo deciderà la ministra Azzolina: non è escluso che oltre al giudizio si introduca il sistema delle lettere, dalla A alla E, che era stato proposto nella buona scuola, ma che è rimasto una sperimentazione nonostante sia raccomandato dall’Unione europ


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