FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3957547
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » «Chiudere tutto ha salvato l’Italia Pronti a un autunno di resistenza»

«Chiudere tutto ha salvato l’Italia Pronti a un autunno di resistenza»

Speranza: tutte le scuole devono riaprire il 14 settembre I sacrifici che chiedo ai ragazzi hanno questo come obiettivo

09/08/2020
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Monica Guerzoni

«Vacanze? Per ora zero assoluto, non mi sono mai fermato». È sabato mattina e Roberto Speranza vuole lanciare un appello alla prudenza per scongiurare un altro lockdown, vuole spegnere le polemiche sulle zone rosse e convincere gli italiani che la priorità è la riapertura delle scuole e non sono certo le spiagge, la movida o il calcio.

«Il 14 settembre devono riaprire tutte, al 100%». Per il ministro della Salute l’obiettivo «irrinunciabile» è il ritorno sui banchi «e poiché il rischio zero non esiste, dobbiamo essere cauti altrove e scegliere a cosa rinunciare». Dieci milioni tra ragazzi, insegnanti e genitori che tornano a spostarsi devono far paura? «No, ma è un numero che ci costringe a essere ancora più prudenti su altri aspetti, per accumulare ancora un po’ di vantaggio in vista della riapertura». Niente campionato di calcio? «Io sono un grande tifoso, anche abbastanza in sofferenza per i destini della mia Roma — ride Speranza —. Ma con tutto il rispetto, tra accompagnare mio figlio allo stadio e portarlo a scuola, preferisco la seconda. Deve fare la quinta elementare e voglio che la faccia in presenza, come tutti gli studenti».

Il ministro non si stanca di implorare cautela e quasi si scusa per la linea del rigore che difende dall’inizio della crisi: «Capisco il disagio e non voglio apparire un maestrino, ma i sacrifici che chiedo ai ragazzi sul metro di distanza nei treni o sulla movida hanno la scuola come obiettivo di fondo. Non mi parlate di altro. In fondo ai giovani non chiediamo di non uscire di casa, chiediamo solo di indossare le mascherine, lavarsi le mani, stare a distanza ed evitare assembramenti. Una cosa compatibile con il godersi l’estate». Ha visto quanta gente c’è sulle spiagge? «No, non ho avuto questo piacere... Però dico che l’età media dei contagiati sta drammaticamente scendendo sotto i 40 anni. È normale che i più giovani si sentano più forti, ma chi porta il virus a casa rischia di fare danni veri alle persone fragili».

Il rischio da evitare

Non possiamo permetterci un altro lockdown, sarebbe un danno enorme . È da evitare più di ogni cosa

Speranza è sollevato perché l’Italia si è conquistata il «record» per il più basso tasso di contagio da Covid-19 in Europa, ma al tempo stesso molto preoccupato. Che autunno sarà, ministro? «Un autunno di resistenza, perché il virus non è scomparso e, in attesa di cure più certe e dei vaccini, dobbiamo continuare a gestire il rischio. È chiaro che i mesi autunnali mi preoccupano di più». Conferma che «l’Italia è messa meglio di altri Paesi», ma ai cittadini vuole dire tutta la verità: «Non essere preoccupati sarebbe da sconsiderati, nulla può essere dato per scontato». L’allarme nasce dai numeri, che non si stanca di consultare. La Francia conta quasi 2.500 casi al giorno, la Spagna è intorno ai 2.000, la Germania ha superato stabilmente i mille casi. «Non siamo un’isola spersa nel Mediterraneo, siamo immersi in questo sistema di relazioni».

Salvini chiede le dimissioni di Conte per quello che è emerso dagli atti desecretati del Comitato tecnico-scientifico, eppure Speranza sembra quasi non curarsene, come se gli echi della bufera politica gli arrivassero attutiti: «Finché questa emergenza non sarà finita non inseguirò nessuno sulle polemiche. Salvini? Credo che la gente abbia capito fino in fondo come sono andate le cose. Si diceva che non potessimo fare come in Cina e invece il sistema democratico ha retto». Come se lo spiega? «È scattata una sintonia profonda tra le scelte del governo e le persone, che si sono sentite dentro una missione collettiva che andava al di là dei destini individuali». La sua scelta di fondo? «Mettere la salute prima di ogni cosa». Adesso l’economia viene prima del rischio di una seconda ondata? «No, chi ci racconta che c’è contraddizione tra ripartenza e sicurezza dice una clamorosa bugia. I Paesi costretti a fermarsi di nuovo pagheranno il prezzo più alto». Anche l’Italia rischia? «A costo di risultare noioso e pesante dico che non possiamo permetterci una nuova chiusura. Un altro lockdown sarebbe un danno enorme e dobbiamo evitarlo più di ogni cosa. È il pensiero che mi turba ogni ora». Non la turbano le proteste dei commercianti e degli albergatori, che chiedono al governo di pagare i danni della chiusura nazionale? Qui Speranza prende fiato e quasi abbassa la voce: «Sono assolutamente sereno, su Alzano e Nembro la spiegazione è semplice e lineare. Tra il 3 marzo e il Dpcm del 10 che chiude tutta l’Italia non c’è nessun buco. Il 4 marzo ricevo il verbale del Cts, che mi arriva sempre il giorno dopo. Il 5 avviso Conte e chiediamo un approfondimento a Brusaferro. Il 6 il premier vede il Cts e lì matura il cambio di linea, perché il tentativo di bloccare il virus in zone delimitate è superato dai numeri dell’epidemia in Emilia, Piemonte, Liguria, Marche. Il Dpcm dell’8 marzo che chiude solo le aree più colpite è pienamente conforme alle idee del Cts». Poi scoppia il caos dei treni, con la gente che lascia di notte la Lombardia e si rifugia al Sud: «A quel punto con le Regioni decidiamo di chiudere tutta l’Italia il 10 marzo, perché non ha senso che sia spaccata in due». Non si è pentito? Non si interroga sulle vite perse e sui danni economici? «Penso che chiudere tutto sia stata una scelta giustissima, che ha salvato il Paese dall’onda più alta e risparmiato tante vite. La strategia del lockdown totale ci ha consentito di fermare il virus prima che invadesse il Sud. I dati di sieroprevalenza lo dimostrano». Il 2,5% degli italiani è venuto a contatto con il virus, la Lombardia è al 7,5 con punte del 24 a Bergamo e del 19 a Cremona, mentre «tutto il Sud sta sotto l’1%».

La prudenza

Ogni mossa va calibrata con prudenza. I treni? Con le Regioni dialogo costruttivo, la priorità

è la sicurezza sanitaria

Molti italiani in vacanza o in partenza temono nuove chiusure, ma il ministro rassicura. Dice che «il Dpcm non deve spaventare, rimaniamo nella linea della prudenza che ci ha portati in una situazione di maggiore controllo». Ma poiché sicurezze definitive non ne abbiamo, ha voluto che il primo articolo riprendesse testualmente la sua ordinanza dell’1 agosto: «Se teniamo duro sulle misure, possiamo evitare nuove chiusure. Ma dobbiamo calibrare ogni mossa con grande prudenza». La regola del metro di distanza sui treni ha scatenato il caos nelle stazioni e tensione con le Regioni. Speranza però tira dritto, convinto che domani con Boccia e De Micheli troverà una mediazione con i governatori: «Il dialogo sarà costruttivo, come sempre. Le priorità sono la sicurezza sanitaria e la riapertura delle scuole e per farcela dobbiamo reggere ad agosto». Ministro, il governo ha bisogno di un rimpasto? «Occupiamoci di cose serie, per favore».