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Chiamata diretta, Pantaleo (Flc-Cgil): si è rotto per colpa del Miur, vogliono presidi despoti

Il ministero dell'Istruzione "è l'unico responsabile della rottura che si è consumata al tavolo della trattativa riguardante l'assegnazione dei docenti dagli ambiti alle scuole".

17/07/2016
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La Tecnica della Scuola

Alessandro Giuliani

Il ministero dell'Istruzione "è l'unico responsabile della rottura che si è consumata al tavolo della trattativa riguardante l'assegnazione dei docenti dagli ambiti alle scuole".

A dirlo è Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, attraverso una lunga nota.

“Dopo aver raggiunto l'intesa politica che definiva procedure trasparenti e oggettive per garantire l'incontro tra richieste qualitative delle scuole e requisiti dei docenti, salvaguardando esperienze e punteggi, è stata presentata una pletora di requisiti nazionali tra i quali le singole scuole avrebbero dovuto indicarne quattro. Molti di quei requisiti non avevano alcun riferimento alla concreta attività didattica, culturale e pedagogica dei docenti. Le organizzazioni sindacali unitariamente hanno proposto un numero limitato di requisiti nazionali inequivocabilmente verificabili e certificabili che eliminassero ogni potere discrezionale e eventuali contenziosi”.

Secondo Pantaleo, “il vero obiettivo del Ministero invece era quello di rendere del tutto ininfluente, nelle scelte delle scuole, la tabella nazionale, di lasciare alla massima discrezionalità la scelta dei docenti a cui assegnare gli incarichi e di ridurre al massimo l'utilizzo dei punteggi".

Per il leader della Flc-Cgil, il Miur ha voluto in queso modo "incentivare concorrenza tra insegnanti e scuole in una sorta di mercato di titoli. È evidente che si vuole proseguire sulla strada della fallimentare Legge 107/15 che non ha alcun consenso nel mondo della scuola, sta determinando confusione e incertezza e non favorisce il miglioramento della qualità del sistema di istruzione".

Il primo sindacato della scuola, si impegna quindi a "tutelare in ogni forma possibile i diritti dei docenti e la loro dignità".

"Vogliamo salvaguardare la libertà di insegnamento e di apprendimento, valori costituzionali irrinunciabili che non possono essere cancellati trasformando le scuole in aziende. Il Miur ha la responsabilità di determinare conflitti e contenziosi infiniti. Una corsa contro il tempo per procedere ai trasferimenti e alle assegnazioni alle scuole dei docenti che sarà sicura causa di caos e deve essere chiaro che ogni forzatura dal definire criteri oggettivi e trasparenti sarà denunciata e contrastata", conclude Pantaleo.


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