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Cgil contro i gruppi di livello a scuola. «Il Miur cancelli ogni riferimento»

Pantaleo: «L’idea di dividere gli studenti per gruppi omogenei mette a rischio la scuola dell’inclusione e l’integrazione degli studenti stranieri»

19/01/2016
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Corriere della sera

I sindacati prendono posizione sull’ipotesi di dividere le classi in «gruppi di livello». Dopo l’articolo del Corriere sulla circolare ministeriale del dicembre scorso in cui compariva l’indicazione esplicita ai presidi di dividere gli alunni in base alle loro abilità, la Cgil scuola ha deciso di scendere in campo e alzare la voce. «Esprimiamo la nostra netta contrarietà a una idea di scuola che preveda come pratica didattica diffusa quello di dividere i ragazzi in gruppi omogenei sulla base della “preparazione cognitiva” e che rischia di cristallizzare le differenze individuali», ha detto il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. «Il ministero, nel paragrafo dedicato alla flessibilità organizzativa e didattica, ha messo l’accento sull’organizzazione flessibile delle classi facendo inopinatamente riferimento ai “gruppi di livello” intesi, evidentemente, come gruppi di studenti omogenei per abilità e capacità possedute».

«Inclusione e integrazione a rischio»

Condividendo le critiche arrivate innanzitutto dal mondo della disabilità, la Flc ritiene il messaggio «regressivo» perché - osserva - «ripropone l’idea di separatezza della legge 107/15 che trova concreta realizzazione in un concorso specifico per i docenti di sostegno; in una delega che prevede una formazione ipermedicalizzata e separata degli aspiranti insegnanti specializzati; nel grande incremento, soprattutto nelle regioni più ricche, a partire dalla Lombardia, del numero di scuole speciali frequentate esclusivamente da studenti disabili». «Ma - aggiunge - è allarme rosso anche per gli studenti stranieri la cui “disomogeneità di scolarizzazione” rappresenterebbe un fattore di rischio di parziale o totale insuccesso formativo per tutti gli altri alunni e per tutti gli studenti che presentano lacune negli apprendimenti». «Nessuno pensi di portare indietro le lancette dell’orologio della storia: le classi differenziali, vere o camuffate, - ammonisce Pantaleo - rappresentano un passato che non deve ritornare. Vogliamo una scuola plurale. Essa rappresenta l’antidoto più efficace contro tutte le forme di discriminazione e disuguaglianza presenti nella società contemporanea. Chiediamo - conclude quindi il sindacalista - che il Miur cancelli il richiamo ai gruppi di livello, peraltro mai citati nel Regolamento sull’Autonomia presente nella nota».


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