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Caos vaccini, l'obbligo resta

La modifica al milleproroghe rischia di diventare legge dopo l'avvio dell'anno scolastico

07/08/2018
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ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

Marco Bussetti

Potrebbe rilevarsi un pasticcio per l'inizio dell'anno scolastico l'emendamento approvato al senato al dl milleproroghe che fa slittare al 2019 l'obbligo vaccinale ai fini dell'iscrizione a scuola. Il decreto legge, infatti, per essere convertito in legge necessita anche dell'approvazione della camera e poi di un nuovo sì da parte di palazzo Madama, visto che a Montecitorio sono già annunciate modifiche. Ed è dunque altamente probabile che il via libera finale non potrà arrivare che a settembre inoltrato. Con la conseguenza che in avvio di anno, se non ci saranno ulteriori novità, la modifica inserita al senato è come se non ci fosse mai stata.

I dirigenti scolastici saranno tenuti dunque a rispettare le norme in vigore e le indicazioni giunte nel recente passato dai ministeri dell'istruzione e della salute: i minori dei 6 anni, per i quali i genitori non hanno presentato il certificato di avvenuta vaccinazione oppure l'autocertificazione, non dovrebbero essere ammessi a scuola. Il termine per l'autocertificazione, fissato dalla circolare Miur-Salute del 6 luglio corso, è scaduto tra l'altro il 10 luglio.

La modifica approvata al senato, a doppia firma, Paola Taverna (M5s) e Sonia, sorpresa anche la ministra della salute, la grillina Giulia Grillo. Che con la circolare del 6 luglio, d'intesa con il collega dell'Istruzione, Marco Bussetti, aveva puntato a ridurre l'onere burocratico a carico delle famiglie, ma tenendo salvo il principio dell'obbligo di vaccinazione.

Obbligo che persiste in verità anche con l'emendamento Taverna-Fregolent, anche se nei fatti risulta azzerato dall'eliminazione, per un anno, delle relative sanzioni in caso di inosservanza per i bambini di nidi e materne. Ingresso libero a scuola, insomma, per chi è in ritardo con i vaccini e chi decide di non farli. Con tutti i rischi del caso per i bambini immunodepressi, a cui la ministra Grillo ha garantito «l'adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la copertura vaccinale». Ma se la conversione in legge del milleproroghe dovesse avvenire ad anno scolastico avviato, sui dirigenti permarrebbero i precedenti oneri del decreto Lorenzin, con le indicazioni della circolare Miur-Salute, dovendo al contempo fronteggiare un'aspettativa delle famiglie, presso le quali il messaggio del «liberi tutti» è già passato, di diverso avviso. Insomma, un pasticcio.

In forte dissenso dalla decisione del gruppo M5s di rinviare le sanzioni è intervenuta Elena Fattori: «L'emendamento, devo correggere le affermazioni fatte, in realtà non dispone la proroga dell'obbligo, che rimane vigente, ma è un artificio legislativo per consentire di eludere l'obbligo vaccinale (che persiste) ancora per un anno, posticipando la presentazione del certificato di vaccinazione all'asilo nido e alla scuola materna. È un po' che come se decidessimo di rendere obbligatorie le cinture di sicurezza e poi disponessimo che i vigili non possono fare la multa per un altro anno. Insomma, si tratta un po' di un artificio».

Fortemente criticata da Pd e Fi, la modifica alla legge Lorenzin, nelle intenzioni dei proponenti, è solo il primo passo di un disegno di legge che dovrebbe riformare per intero la materia. «Informare di più le famiglie», dicono dalla Lega, «sui vantaggi delle vaccinazioni, no a coercizioni». Come tramutarlo in legge non è facile però.

Intanto ai dirigenti resta la patata bollente dell'avvio dell'anno. Si attende una nuova circolare Salute-Istruzione per capire cosa fare.


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