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Bussetti: «Scuola, nuovi concorsi da settembre». Precedenza al Nord

Il Miur fa sapere che verranno banditi «a partire da dove c’è più bisogno», cioè nelle regioni come la Lombardia con più posti scoperti. L’accelerazione pensata per evitare i ricorsi di massa degli esclusi dai concorsi ad hoc come quello per i maestri senza laurea

22/08/2018
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Corriere della sera

Orsola Riva

Scuola, si cambia: ancora. Dopo la lunga fase di stabilizzazioni di massa partita con il governo Renzi e non ancora terminata (si veda la vicenda dei maestri senza laurea che il governo giallo-verde ha deciso di riportare in cattedra dopo che erano stati bocciati dal Consiglio di Stato), arrivano anche i concorsi ordinari: ma - spiega il Miur - d’ora in poi verranno banditi prima «dove c’è più bisogno», cioè nelle regioni del Nord dove ci sono più alunni e più cattedre scoperte. «Certo che ci saranno concorsi nella scuola: saranno utilizzati per il nuovo reclutamento sia per il personale docente che per quello non docente. Abbiamo intenzione di attivarli già da settembre», ha detto il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti a margine del Meeting di Cl. «Dobbiamo rivedere tutto un sistema che in questo momento ha tante posizioni da chiarire. Ci vuole calma, ordine, attenzione e grande riflessione. Noi ce la stiamo mettendo tutta», ha aggiunto.

La grana dei ricorsi

Calma, ordine, attenzione e grande riflessione? Per indire un concorso a posti? Sì, perché quello che queste dichiarazioni un po’ generiche del ministro Bussetti non dicono è che il Miur si è accorto di avere davanti, a partire dalla riapertura delle scuole, un’enorme gatta da pelare. Quale? Quella dei ricorsi di massa che gli pioveranno addosso da parte degli esclusi dai concorsi straordinari in dirittura d’arrivo: quello super facilitato e senza sbarramento (prova orale più un anno di tirocinio) per docenti in possesso dell’abilitazione (non importa come conseguita, se passando la prova super selettiva dei cosiddetti Tirocini formativi attivi o comprandosi l’abilitazione in Romania come ha raccontato un’insegnante di sostegno a Corriere.it) che è stato bandito dalla Fedeli in attuazione delle norme transitorie previste dalla Buona Scuola. E quello per la scuola d’infanzia e primaria varato dal governo giallo-verde con il decreto Dignità, che è stato confezionato su misura per i diplomati magistrali, circa 50 mila maestri senza laurea che a dicembre scorso erano stati «bocciati» dal Consiglio di Stato e espulsi dalle graduatorie a esaurimento, ai quali basterà dimostrare di aver prestato servizio per due anni negli ultimi otto e sostenere un esame orale pro forma per entrare in graduatoria, con buona pace del fatto che la legge italiana ormai da quasi vent’anni richiede il titolo di laurea per poter insegnare all’asilo e alle elementari .

«Prima dove c’è più bisogno»

Ecco perché in parallelo con questi concorsi straordinari si partirà anche con quelli ordinari. Precedenza ai maestri e alle maestre, perché i più arrabbiati sono i laureati in Scienze della formazione primaria che si vedono sorpassare dai vecchi diplomati magistrali, ma poi anche quelli per la scuola secondaria, dove sono fermi ai nastri di partenza migliaia di laureati che nel frattempo hanno speso tempo e soldi (circa 500 euro) per conseguire i 24 crediti formativi in più della semplice laurea magistrale richiesti dalla legge sulla Buona Scuola. Ma la vera novità è che i nuovi concorsi ordinari non verranno più banditi contemporaneamente in tutta Italia ma - spiegano dal ministero - «a partire da dove c’è più bisogno». In altre parole dalle regioni del Nord dove c’è più carenza di posti - soprattutto per alcune classi di concorso come la ormai mitica matematica per le medie - e dove, grazie soprattutto agli alunni figli di immigrati, ci sono più iscritti. Maestri e professori del Sud sono avvisati: se non vogliono aspettare le calende greche d’ora in poi gli conviene candidarsi direttamente nelle regioni in cui prima verrà bandito il concorso per la loro classe di insegnamento. Prima naturalmente bisognerà aspettare di fare il punto sulle assunzioni di settembre. Solo allora sarà possibile mettere in piedi un tavolo per arrivare a fare una programmazione ragionata in base al fabbisogno e al numero di allievi di ciascuna regione. Fra i concorsi in arrivo, anche quello per i cosiddetti Dsga, i capi delle segreterie scolastiche.


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