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Brevetti, rendono 36 mila ad ateneo Ora nuova sinergia pubblico-privato

Bussetti a innovagorà: così cambia la ricerca

07/05/2019
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ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

Gioco di squadra tra ricerca pubblica e impresa privata. È l'obiettivo a cui mira la nuova strategia messa in campo dal ministro dell'istruzione, università e ricerca, Marco Bussetti, per il rilancio del settore dei brevetti e per il potenziamento del trasferimento tecnologico. Il primo step c'è stato ieri a Milano, con l'inaugurazione di InnovAgorà, la tre giorni della piazza dei brevetti della ricerca pubblica italiana, evento organizzato da Miur, Museo della scienza e Cnr, che ha l'obiettivo di far conoscere e valorizzare brevetti e tecnologie nati nel mondo della ricerca pubblica e metterli a disposizione dello sviluppo economico-sociale del Paese. Il ministro ha annunciato tra l'altro la nascita di una fondazione che metterà in contatto i due fronti, finora separati (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi di martedì scorso): si dovrà occupare dell'intermediazione fra attività brevettuale e potenziali clienti, oltre che dell'individuazione dei fondi di investimento per dare concretezza ai progetti.

Alle Cavallerizze fino a domani sono 176 le innovazioni presentate, messe a punto da ricercatori e team di ricerca provenienti da 49 università italiane e 12 enti di ricerca di tutta Italia, suddivise in 7 aree tematiche che rispecchiano temi oggi prioritari per l'economia: bioeconomia e agroalimentare, manifattura intelligente: materiali innovativi, robotica e ict; energia sostenibile, ambiente e tecnologie verdi; società intelligenti; mobilità sostenibile; dispositivi per la diagnosi e la cura; nuovi farmaci e biotecnologie per la salute; tecnologie innovative per l'edilizia, le infrastrutture e il patrimonio culturale.

«InnovAgorà è una straordinaria iniziativa che abbiamo fortemente voluto per fare uscire i brevetti dai laboratori delle nostre università e dei nostri centri di ricerca e farli conoscere ai cittadini e alle imprese», ha affermato Bussetti. «In questi giorni i nostri ricercatori potranno mostrare i prodotti del loro studio e del loro ingegno, le aziende potranno toccare con mano le nuove tecnologie e i prototipi progettati dai nostri giovani. Milano si trasformerà in una piazza di scambio: faremo incontrare domanda e offerta di sviluppo... Attraverso questa manifestazione dimostreremo come la ricerca può e deve essere concretamente motore di crescita sociale, culturale ed economica del nostro Paese».

Spiega Giuseppe Valditara, capo dipartimento università e ricerca del Miur: «Il totale dei brevetti attivi nel portafoglio delle università italiane è pari a 3900 circa. Siamo undicesimi al mondo perché il dato è raffrontato alla popolazione. In rapporto al numero dei ricercatori e alla quantità di risorse investite scaliamo qualche posizione. Il punto drammatico sta nella resa. Il ritorno medio per ciascuna delle 55 università censite è di 36 mila euro per un totale di 1 milione e 980 mila euro».

Alcuni confronti: gli introiti annuali dalla licenza dei brevetti della sola università belga di Lovanio ammontano a 90 milioni di euro. In 13 anni le spin off di quella università hanno raccolto 927 milioni di euro. E poi la Imperial Innovations (struttura di trasferimento tecnologico dell'Imperial College): 600 brevetti, 155 spin off collegati, 1,5 miliardi raccolti. Le spin off del Politecnico di Milano raccolgono 30 milioni di euro circa l'anno. Oxford University Innovation: 2873 brevetti con un ritorno per l'università di 11,5 milioni di sterline. E infine l'esempio cinese: la resa del patrimonio brevettuale è pari a circa 15 miliardi di euro.

Commenta il direttore generale del Museo, Fiorenzo Galli: «L'attuale congiuntura politico-economica mondiale consente all'iniziativa che parte oggi di assumere un significato superiore rispetto a quanto avrebbe avuto in circostanze diverse. I fattori con cui ci confrontiamo segnano la necessità di organizzare una più stretta collaborazione tra le forze intellettuali, economiche e finanziarie italiane e fra tutte le energie disponibili, per fronteggiare con positività scenari difficili».


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