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Bonus Cultura, il ministro dice basta e per il Consiglio di Stato manca la legge. Ira Pd

19/06/2018
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La Tecnica della Scuola

Alessandro Giuliani

Sta riscuotendo consensi tra i giudici la posizione del neo ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoliin quota M5S, che un paio di giorni fa, attraverso un’intervista al Corriere della Sera, ha annunciato l’intenzione di cancellare il bonus cultura destinato ai 18enni: “In alcuni casi era meglio spendere diversamente i soldi. Penso alla 18 App, i 500 euro in buoni da far spendere ai diciottenni. Vale 200 milioni… Meglio far venire la fame di cultura ai giovani, facendoli rinunciare a un paio di scarpe”, ha detto il ministro dei Beni Culturali.

A dar manforte alla posizione del ministro grillino è anche il Consiglio di Stato, che il 18 giugno ha detto che per la sua applicazione servirebbe una norma di “rango primario”, una legge vera e propria.

Il CdS, in pratica, non si dice “convinto appieno” dalle “considerazioni espresse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri”, che aveva istituito il bonus. E conclude che non può “venir meno” la “necessità di emanare una norma legittimante di rango primario da porre a base del dPCM in esame, al fine anzitutto di poter individuare la platea di beneficiari del diritto in questione”.

In mezzo alla notizia

Le reazioni negative

Nei giorni scorsi, contro Bonisoli si erano però schierati, compatti, diversi esponenti del Pd: prima lo hanno fatto l’on. Filippo Sensi (che in un tweet ha scritto “Purtroppo il ministro della Cultura Bonisoli conferma di volere smantellare @18app iniziativa pilota in Europa, penalizzando 18enni”) e la collega Anna Ascani: “pensare che l’acquisto di un libro, la visita a un museo, un concerto, uno spettacolo teatrale non abbiano un valore diverso per lo Stato rispetto a ‘un paio di scarpe in più’, è preoccupante e pericoloso. Per questo credo sia importante firmare e far girare questa petizione a difesa di 18App. Sulla cultura non si taglia”.

Il riferimento dell’on. Ascani è ad una petizione on line a difesa di 18App su change.org, che in tre giorni ha riscosso oltre 9mila adesioni.

I motivi della petizione on line

“Il Bonus Cultura – si legge nella petizione on line – è un contributo fondamentale per i neo 18enni che hanno a disposizione 500€ da spendere in libri, musei, concerti, teatro, cinema, formazione e musica. Un Governo che vuole investire sui giovani dovrebbe rendere questo strumento permanente anche per i futuri 18enni, non cancellarlo! Un provvedimento che anche altri Paesi ci stanno copiando non può diventare in Italia solo un esperimento temporaneo”.

“Per questo motivo – sostengono i promotori della petizione – chiediamo attraverso questa petizione (firmata e sostenuta dai ragazzi nati nel 1998 e nel 1999 che hanno già usufruito del Bonus, ma soprattutto da tutti quei ragazzi nati dal 2000 in poi che speravano di poterlo avere) di non cancellare il Bonus Cultura 18App. Caro Ministro Bonisoli, ascolta e abbia fiducia nei giovani: ci lasci di vivere in un Paese che crede davvero che la formazione delle nuove generazioni possa e debba partire dalla cultura”.

Marcucci (Pd): assurdo, in Francia la stanno istituendo

Tra i democratici più attivi contro l’iniziativa del ministro, c’è il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, che preannuncia anche un’interrogazione del gruppo dem rivolta al ministro Bonisoli.

“Un ministro della cultura, come #Bonisoli, che vuole iniziare suo mandato con un taglio, comincia molto male. #18app aiuta a diffondere la cultura tra i giovanissimi. #18appnonsitocca”, aveva scritto Marcucci appena appresa l’intenzione del responsabile del ministero della Cultura.

Lunedì 18 giugno, ha ampliato il concetto, prendendosela anche con i giudici: “La 18 app va salvata in tutti i modi. Non conviene al governo M5S-Lega cominciare ad occuparsi di cultura con un taglio su una misura rivolta ai più giovani. Sbaglia anche il Consiglio di Stato nel suo parere, non è vero che manca la fonte di rango primario”.

“La 18App – continua Marcucci – ha prodotto finora acquisti per 268 milioni di euro, di cui l’80% in libri (circa 220 milioni), ha coinvolto fino ad oggi 764.000 ragazzi e sta per essere imitata in Francia. Tagliarla significa anche produrre un danno sensibile ai consumi culturali”.

Il M5S difende il ministro

Intanto il Movimento 5 Stelle, difende la decisione presa dal il ministro dei Beni Culturali.

“Ai bonus elettorali in stile #PD come #18app noi preferiamo investimenti strutturali ed efficaci. Facciamo crescere la #famedicultura nel paese e nei giovani! #mibact”, ha fatto sapere Gianluca Vacca (M5S), sottosegretario ai Beni culturali, rispondendo in modo così secco alle polemiche sull’ipotesi di cancellazione sul bonus cultura rivolto ai 18enni.


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