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"Bisogna riaprire le classi" La sfida del ministro Bianchi

Subito dopo il giuramento, il neo ministro all'Istruzione Patrizio Bianchi ha confermato la volontà del nuovo governo: tutti sui banchi e didattica sempre in presenza.

14/02/2021
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La Stampa

nadia ferrigo

La sfida è far tornare tutti gli studenti in classe, anche se è ancora difficile prevedere i tempi. Subito dopo il giuramento, il neo ministro all'Istruzione Patrizio Bianchi ha confermato la volontà del nuovo governo: tutti sui banchi e didattica sempre in presenza. Un passo fondamentale per contrastare il preoccupante fenomeno della dispersione scolastica, una priorità fin dalle prime dichiarazioni del ministro: «Il mio primo pensiero è che la scuola debba essere nel cuore di tutti, soprattutto di quelli che non vanno a scuola. Le persone davanti a tutto. Il primo atto? La scuola in sicurezza a partire dalla pandemia e, a continuare, dagli edifici». Sul tavolo di Bianchi, chiamato lo scorso aprile dall'ormai ex ministra Lucia Azzolina per guidare la task force di esperti per la riapertura della scuola, ci sono una sfilza di dossier dalla non semplice risoluzione. Alle difficoltà strutturali del sistema scolastico - cattedre precarie e rinnovo del contratto, i cronici guai delle infrastrutture e i dati allarmanti sulla dispersione scolastica - si sommano le nefaste conseguenze della pandemia. Fatti gli auguri d'ordinanza, i sindacati della scuola chiedono «scelte concrete» e «un governo unitario e nazionale nel sistema di istruzione lacerato da scelte locali». Insomma, basta con i governatori che decidono da soli quando chiudere le scuole. A seguire, le altre istanze: «un piano di vaccinazioni per i docenti, tenendo presente che circa 450 mila lavoratori della scuola hanno dai 55 anni in su, creare presidi sanitari, ampliare il trasporto scolastico e aggiornare i protocolli di sicurezza». «La scuola deve tornare a essere un ascensore sociale e motore dell'innovazione - chiede al nuovo governo Antonello Giannelli, a capo dell'Associazione nazionale dei presidi -. Investire nella scuola fa bene all'economia, il livello di istruzione aiuta le persone nel mercato del lavoro».

Secondo i sindacati a settembre saranno 220mila le cattedre senza ruolo: 64mila posti vacanti, 70 mila supplenze nell'organico di fatto e altrettante annuali. Davanti a questi numeri, le 25mila assunzioni a bilancio in tre anni sono ben poca cosa. Nel dossier redatto per l'ex ministra a Cinque Stelle, Bianchi aveva chiesto l'assunzione di 120mila insegnanti. Anche Draghi, che aveva ipotizzato di prolungare le lezioni fino a giugno, ha parlato della necessità di tornare a settembre con tutti i professori in classe.

Nell'agenda del neo ministro - ha fondato la facoltà di Economia di Ferrara e guidato l'ateneo da rettore fino al 2010, all'attivo 250 pubblicazioni e 40 libri, l'ultimo "Nello specchio della scuola" - il primo test sarà la maturità. La formula lasciata da Azzolina è orale in presenza, con un elaborato e lo scoglio delle ammissioni. —