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«Biglietti da buttare, chi rimborsa i candidati?»

molte migliaia degli oltre 96mila candidati avranno perso inutilmente centinaia di euro per biglietti aerei, ferroviari e prenotazioni di alberghi

10/02/2013
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Corriere della sera



ROMA — «Il ministro non ha bisogno di catastrofi per dimostrare che è un buon manager, lui ha valutato rischi e disagi e ha deciso». Nessuna «danza della neve» insomma a viale Trastevere: il titolare del dicastero dell'Istruzione Francesco Profumo non teme di essere irriso per eccesso di prudenza, come già successe al sindaco di Roma Gianni Alemanno quando l'anno scorso bloccò (invano) la città nel timore che arrivasse la neve. La prospettiva di aspiranti professori «nomadi a macchia di leopardo sotto la tempesta» lo ha spinto a rinviare le prove scritte senza un'ombra di dubbio, e se anche alla fine il tempo bizzarro dovesse dargli torto, lui non se la prenderebbe, anzi: «l'augurio è che vada proprio così, e che la neve non si veda». Con buona pace di quanti — molte migliaia degli oltre 96mila candidati — avranno perso inutilmente centinaia di euro per biglietti aerei, ferroviari e prenotazioni di alberghi. Risarcimenti in vista? «Impossibile, non esiste assolutamente questa ipotesi», assicurano dal ministero. «Il concorso è andato troppo bene fino ad ora, è stato tutto così regolare e trasparente che non potevamo rischiare figuracce».
Eppure non tutti la pensano allo stesso modo. «Ma come si fa? — sbotta Mimmo Pantaleo, responsabile Cgil Scuola — è assurdo rinviare un concorso per una previsione meteo, secondo me questa decisione nasconde tutte le disfunzioni che ci sono nel concorso. E provoca disagi a centinaia di candidati che, dovendosi spostare da una regione all'altra, dovranno sobbarcarsi i costi di viaggio e soggiorno». La soluzione? «Dare subito le nuove date e trovare un modo per risarcire tutti». «Certo, la percentuale di mobilità per questo concorso è altissima, perché molti candidati si spostano non solo all'interno della regione, ma in tutta Italia. Però non poteva fare altrimenti», lo giustifica Francesco Scrima, Cisl. Aggiungendo: «Non ci sono secondo me difficoltà dietro questa scelta, ma solo un timore che non fosse garantita la partecipazione di tutti».
«Purtroppo il concorso è nato male e continua ad andare male — recrimina invece Massimo Di Menna, Uil —. Mi sembra un po' esagerato bloccare tutto per le previsioni del tempo sfavorevoli, il concorso ha già subito troppi stop and go. I commissari, i pagamenti poco dignitosi, gli ammessi con riserva... sembra una lotta senza fine, e speriamo che alla fine non siano sempre i candidati a farne le spese».
«La neve? È caduta a pennello sul disastro di Profumo — dice caustico Marcello Pacifico, dell'associazione sindacale Anief —. Il ministero sa bene che avrebbe avuto a disposizione meno commissari di quanti ne servono, visto che sono stati ammessi altri settemila candidati grazie ai ricorsi che abbiamo presentato al Tar del Lazio. Quindi è ovvio che dovesse prendere questa decisione, le previsioni sono diventate un'ottima scusa per rinviare i problemi».
«Io mi devo spostare solo da Taranto a Bari per la prova, quindi per me il disagio non è enorme. Però ammetto che questo concorso, dopo sette anni di precariato e supplenze, mi sta facendo solo inc...are — dice una candidata pugliese, Daniela La Manna, che ha appena ricevuto la mail con cui il ministero ha comunicato il rinvio —. Ammettono continuamente nuovi candidati e cambiano i criteri, anche sui crediti per l'ammissione: non se ne può più, spero di arrivare alla fine del tunnel».
Valentina Santarpia
 
 


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