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"Basta code agli sportelli Giusto finanziare la ricerca Ma per progetti di qualità"

Paola Pisano, ministra per l'Innovazione

15/06/2020
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La Stampa

federico capurso
roma
Paola Pisano, ministra per l'Innovazione, dagli stati generali dell'economia si aspetta «che si punti sulla modernizzazione del paese». I tavoli tematici inizieranno questa settimana e, aggiunge, «ogni mia proposta rimarrà aperta a suggerimenti, critiche e modifiche».
Quali idee porterà?
«Da una parte, vorrei semplificare ulteriormente l'acquisto di tecnologia da parte della Pa, nel rispetto della normative contro usi impropri dei fondi. Dall'altra, semplificare la vita del cittadino. Abbiamo un'app, che si chiama "Io", che utilizza varie piattaforme come "Spid" o "Pago Pa" e permette l'accesso a vari servizi della pubblica amministrazione: ne vanno aggiunti altri finora possibili esclusivamente con fila agli sportelli o per via analogica. Poi investire su banda ultralarga, sistemi cloud, robotica, internet delle cose, mobilità del futuro e, soprattutto, sulla cybersecurity».
Tutto questo sarà connesso attraverso le nuove reti 5G. Che siano aziende cinesi a svilupparle non rappresenta un problema per la nostra sicurezza?
«Su questo punto la sicurezza va gestita a livello Italiano e europeo. In Italia abbiamo il golden power per metterci al riparo da scalate ostili, e altre misure a nostra garanzia, ma dobbiamo far aumentare nelle aziende e nella società la consapevolezza dei rischi legati a minacce cibernetiche. Servono forti investimenti, sia per lo Stato che per le aziende» .
Superate le polemiche sulla sicurezza di Immuni, oggi l'app viene lanciata su tutto il territorio nazionale. Quanti download serviranno per renderla efficace?
«L'app è attiva su tutto il territorio nazionale e da oggi entra in raccordo con i sistemi sanitari delle 20 regioni e non solo delle quattro nelle quali era già in funzione. Attualmente per Immuni ci sono stati due milioni e mezzo di download ed è partita in questi giorni una campagna informativa che ne aiuterà la diffusione. Non abbiamo fissato una soglia per decretarne il successo o l'insuccesso. Più utenti la scaricheranno e più saremo protetti».
Ci sono Regioni, come il Piemonte, che hanno già detto che non incentiveranno l'uso di Immuni.
«I suggerimenti delle Regioni hanno contribuito a migliorarla. E abbiamo fatto riunioni politiche e tecniche per capire come integrare l'app con la loro gestione dell'emergenza. Immuni è più veloce dei sistemi di "tracciamento manuale" usati fino a oggi. Li integrerà. Notifica casi di esposizione al virus che le singole persone non riescono a riferire: per esempio chi ci siamo trovati vicino in una fila o in autobus. È interesse comune che il confronto con le Regioni continui ad essere costruttivo, e così mi auguro che sia sempre con l'opposizione. Covid-19 non è un nemico di questa o quella parte politica, è nemico di tutti ».
Lei oltre ad essere ministro è stata anche ricercatrice. Oggi chi fa ricerca in Italia è spesso precario, come emerge dalla fotografia fatta ieri da questo giornale. Se ne parlerà agli stati generali?
«Oltre a riguardare diritti di persone che lavorano, potenziare la ricerca è un interesse strategico del Paese. È un obiettivo da perseguire sostenendo progetti di qualità. Su questo pubblico e privato devono convergere, facendo in modo che ai nostri ricercatori venga riconosciuto il valore. Non è un favore a qualcuno. È una necessità dell'Italia».
Il Presidente Mattarella ha sottolineato come la partecipazione dei cittadini alla vita politica sul web non sia ancora matura. Gli odiatori, le fake news, i social: come intervenire?
«Gli italiani fanno ancora un uso passivo di internet, si fermano ai social. Ne ho parlato con i ministri dell'Istruzione e dell'Università. Si sta valutando se inserire nelle scuole e le università corsi per dare più competenze digitali. Ma dobbiamo occuparci anche delle fasce d'età più avanzate, come sulla formazione abbiamo fatto con il progetto "Repubblica digitale" in cui abbiamo messo insieme pubblico e privato per far sì che l'uso di nuove forme di comunicazione sia accessibile a più generazioni».
La legge europea sui diritti d'autore regola alcuni aspetti dell'informazione sul web. Il governo ha annunciato di volerla recepire in fretta. Lei è d'accordo?
«Siamo favorevoli ad avere un'efficace piattaforma normativa comune nell'Unione Europea. Certi fenomeni vanno studiati bene, se ne dovrà discutere in Parlamento». —