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Assegnazioni impossibili al Sud

I posti disponibili andranno ai vincitori dei ricorsi contro gli errori dell'algoritmo della mobilità

22/08/2017
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ItaliaOggi

Marco Nobilio

L'algoritmo si mangia le assegnazioni provvisorie interprovinciali. I docenti che hanno vinto i ricorsi contro i trasferimenti illegittimi adottati dal ministero dell'istruzione, a causa degli errori commessi dall'algoritmo che ha gestito la mobilità sotto la gestione della ministra Stefania Giannini, saranno collocati nelle sedi indicate nelle sentenze. E siccome il numero dei docenti che hanno vinto le cause supera di molto il numero dei posti disponibili, nelle regioni del sud Italia, in molti casi, non potranno essere disposte le assegnazioni provvisorie interprovinciali. La notizia circola da tempo tra gli addetti ai lavori e, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, comporterà anche l'insorgenza di soprannumerari. Perché i giudici non hanno disposto che i docenti ricorrenti venissero collocati solo sui posti disponibili. E ciò comporterà l'assegnazione a disposizione di oltre i 2/3 dei ricorrenti.

Il numero, peraltro, è destinato a crescere. Perché a breve bisognerà fare i conti con un numero imprecisato di docenti che, non potendo ottenere l'assegnazione provvisoria interprovinciale, matureranno i requisiti per esperire ulteriori ricorsi d'urgenza che, stando all'orientamento della giurisprudenza, sono destinati ad essere accolti. L'effetto di questa situazione è che al Nord rimarranno libere molte cattedre per effetto delle assegnazioni disposte dai giudici, sulle quali bisognerà nominare i supplenti. E al Sud vi saranno più docenti del necessario che, non potendo ottenere l'assegnazione di una cattedra, saranno messi a disposizione. E ciò potrebbe integrare una qualche ipotesi di danno erariale.

La questione era nata all'indomani degli esiti della mobilità dello scorso anno, quando molti docenti immessi in ruolo per effetto del piano straordinario di assunzioni disposto dalla legge 107/2015 avevano constatato che altri loro colleghi hanno ottenuto sedi da loro richieste pur avendo un minore punteggio. E ciò aveva indotto l'amministrazione, già all'esito delle operazioni, ad accordarsi con i docenti insoddisfatti tramite l'esperimento di tentativi di conciliazione, grazie ai quali gli interessati hanno ottenuto, in diversi casi, sedi più comode. Altri docenti, invece, non avendo potuto ottenere ciò che avevano chiesto, si erano risolti ad adire i giudici in via cautelare ottenendo dai giudici quello che non avevano potuto avere in via amministrativa.

Altri, ancora, si erano astenuti dall'esperire l'azione giudiziale optando per l'assegnazione provvisoria interprovinciale. Che in molti casi aveva consentito loro di avvicinarsi alla famiglia. Nel frattempo, però, le pronunce favorevoli in sede cautelare sono cresciute di numero. E ciò ha mandato in tilt tutto il sistema.

Oltre tutto, nel frattempo, i sindacati hanno presentato all'amministrazione centrale richieste volte ad ottenere copia dei cosiddetti codici sorgente dell'algoritmo. Vale a dire dei progetti del software che ha gestito le operazioni. Così da avere la prova del cattivo funzionamento dell'algoritmo in vista di ulteriori azioni. L'amministrazione, dal canto suo, in prima battuta ha fornito dati parziali. E ciò ha indotto i sindacati ad adire il Tar del Lazio, che ha condannato il ministero a consegnare quanto richiesto dai sindacati.

Allo stato attuale le azioni sono ancora in corso perché, anche questa volta, secondo i sindacati, l'amministrazione avrebbe fornito dati parziali. E quando il ministero consegnerà quanto richiesto, con ogni probabilità, i docenti interessati, tramite i sindacati di appartenenza, avranno ulteriori frecce al loro arco per intentare ulteriori azioni vittoriose. La situazione, dunque, è ancora in via di evoluzione e, probabilmente, per risolvere il problema definitivamente, la soluzione non potrà che essere individuata per via legislativa. In caso contrario, la crescita esponenziale del contenzioso che ne deriverà avrà come effetto l'incremento dei relativi costi a carico dell'erario. Da una parte per la necessità di fare fronte alle condanne alle spese di giudizio che, stando agli attuali parametri, potrebbe arrivare fino a 2.800 euro per ogni causa persa. E dall'altra parte per la necessità di coprire le cattedre che rimarranno vuote al Nord tramite l'assunzione di supplenti. Per non parlare dell'ulteriore carico di lavoro a cui saranno sottoposti gli avvocati dello stato per fare fronte a questo ennesimo contenzioso seriale.

La crescita esponenziale del contenzioso in materia, peraltro è ormai certa. Perché a fronte della impossibilità di ottenere l'assegnazione provvisoria interprovinciale, i diretti interessati si vedranno costretti ad adire i giudici. E non avendo potuto ottenere l'assegnazione, i potenziali ricorrenti matureranno anche i requisiti per il ricorso d'urgenza. E cioè l'incombenza del danno irreparabile e la lesione del loro interesse per effetto di violazioni di legge o di contratto. In quest'ultimo caso, la violazione della normativa contrattuale che regola i movimenti secondo il principio del merito tramite il cosiddetto punteggio.