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Arriva la figura del preside manager

Nuova governance. Reclutamento con un corso-concorso gestito dalla Scuola nazionale dell'Amministrazione Da settembre in ruolo 620 dirigenti

28/08/2014
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Il Sole 24 Ore

Claudio Tucci

ROMA Una nuova governance degli istituti scolastici. Con una valorizzazione della figura del preside per metterlo in condizione (davvero) di determinare la missione educativa e, più in generale, di guidare il piano di miglioramento della scuola. Si parla anche di «autonomia» nelle linee guida sull'istruzione che domani saranno illustrate dal Governo a palazzo Chigi. L'idea è dare più «strumenti e forza» al dirigente visto che ormai le sue competenze e  le conseguenti responsabilità sono divenute essenzialmente gestionali e non più meramente didattiche. «I presidi oggi gestiscono risorse finanziarie, si occupano di organizzazione, di direzione del personale», ha spiegato Giorgio Rembado, numero uno dell'Anp, l'Associazione nazionale presidi, che apprezza l'intenzione dell'Esecutivo di aprire ai "dirigenti manager": «Sono totalmente favorevole». Tra le intenzioni del Miur c'è anche quella di dare attuazione al nuovo sistema di selezione dei presidi disciplinato dal decreto Carrozza. In pratica, il reclutamento dei nuovi dirigenti dovrà avvenire attraverso un corso-concorso gestito dalla Scuola nazionale dell'Amministrazione. Le selezioni dovrebbero svolgersi annualmente, e si punta a evitare gli intoppi e i ritardi dell'ultimo concorso bandito nel 2011 da Francesco Profumo che ha avuto un forte strascico giudiziario. Intanto, una buona notizia per i dirigenti (e per studenti e famiglie) è arrivata ieri: il ministero dell'Economia ha dato l'autorizzazione a immettere in ruolo il i0 settembre 620 presidi. «Ma da subito però prenderanno servizio meno di 500 unità ha detto Giorgio Rembado visto che per Campania e Toscana il numero di posti indicati, rispettivamente mi e 23, diventerà utile per le nomine solo con il completamento delle procedure concorsuali tuttora pendenti». In ogni caso, tra cessazioni dal servizio (oltre 750 unità solo quest'anno), posti vacanti e turnover coperto, ha aggiunto il numero uno dell'Anp, «nelle scuole dimensionate ci saranno circa 800 reggenze a cui si aggiungono le 450 per gli istituti sottodimensionati. E quindi da settembre ci saranno più di 1.200 reggenze, pari al 15% delle 8.094 scuole. autonome complessive. Non sono poi così poche». Per i presidi "supplenti" si tratta di "doppio lavoro" (quest'anno è ancora in corso il braccio di ferro con il Mef per vedersi pagare le reggenze svolte di solito i soldi arrivano a luglio). Tornando al "pacchetto scuola" il Miur punta anche a ridisegnare gli organi collegiali «per migliorare i processi decisionali». Attualmente, gli organi collegiali nelle scuole sono essenzialmente tre: il consiglio di classe che si interessa dell'andamento didattico e disciplinare della classe, appunto. Il collegio docenti che è sostanzialmente un organo di consulenza e rappresentanza, ma per la didattica è deliberante (per esempio nell'adozione dei libri di testo). Poi c'è il consiglio di istituto, una sorta di organo tecnico, che detta le linee di indirizzo. L'idea del ministero dell'Istruzione è di distinguere potere di indirizzo e potere di gestione. Quest'ultimo dovrà essere di esclusiva competenza del dirigente. Si apre poi alla valutazione per il miglioramento dell'istituto. Ogni scuola disporrà di un "cruscotto" comune di riferimento per identificare i propri punti di forza e debolezza e sviluppare quindi un piano triennale di miglioramento. La valutazione servirà per definire un sistema di incentivi economici e di progressione di carriera (oggi nella scuola totalmente assente).