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AprileOnLine: L'Europa rilancia sulla ricerca

L'Unione europea deve finanziare la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Bruxelles approva il programma quadro per il periodo 2007-2013

16/06/2006
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Aprileonline

Giovanni Berlinguer

La scienza deve essere libera e responsabile. Il voto di ieri al Parlamento europeo sulla ricerca in materia di cellule staminali embrionali segna un'indubbia affermazione di tale principio. L'aula, mettendo in evidenza il fattore della responsabilità, ha confermato poche ma significative garanzie. In particolare sarà preclusa la ricerca finalizzata ad ogni tipo di clonazione di esseri umani, nessuna risorsa potrà esse destinata a quelle ricerche che vogliono introdurre modifiche ereditarie nelle persone, come alle creazione di embrioni umani al solo fine di ricerca.
Si tratta di divieti peraltro già compresi nella Convenzione europea di bioetica approvata nel 1997 dal Consiglio d'Europa e ratificata anche dall'Italia.
Il Parlamento ha anche sancito alcuni importanti elementi di libertà della ricerca. In particolare si é deciso di non impedire che singoli Stati membri utilizzino le cellule embrionarie prodotte per la fecondazione in vitro e non impiantate, destinate quindi alla soppressione, per linee di ricerca che possano aiutare a curare e salvare malati affetti da patologie particolarmente gravi.
Il tentativo di dimostrare che le cellule embrionarie sono anche scientificamente inidonee a contribuire alla produzione di cellule che possono sostituire quelle malate non ha alcuna consistenza e fondamento. Non sappiamo infatti quale linee di ricerca risulteranno più fertili. Gran parte degli scienziati sostiene che bisogna impegnarsi in ogni direzione e che dall'incrocio e dall'integrazione tra ricerche su cellule somatiche (del corpo), cellule tratte dal cordone ombelicale e cellule embrionarie si possono ottenere risultati assai promettenti. Da ogni tipo di ricerca si possono avere infatti risultati parziali mentre gli studi comparativi tra diversi tipi di cellule sono considerati dalla comunità scientifica come essenziali.
E' chiaro che vi sono ancora delle obiezioni di principio da comprendere da parte di coloro per i quali l'embrione è già una persona, ma questa tesi non ha una sua dimostrazione e comunque la possibilità di fare del bene e salvare altre vite con embrioni comunque destinati alla distruzione dovrebbe far riflettere.
Peraltro le linee cellulari embrionarie prodotte in altri paesi - Usa, Gran Bretagna, Canada, Israele, Australia - hanno continuato ad essere diffuse in altre parti del mondo, Europa ed Italia comprese, dimostrando che si tratta di un processo difficilmente arginabile. Lo stesso blocco alla ricerca pubblica cui il ministro Mussi ha revocato il consenso dell'Italia non ha mai funzionato perchè in diversi Paesi, la Gran Bretagna in primo luogo, le sperimentazioni pubbliche e private hanno continuato a sussistere.
Il voto di ieri a Strasburgo, più che la divisione tra laici e cattolici, afferma piuttosto il controllo della validità sperimentale e della scientificità su tali ricerche perchè si è evitato il rischio che l'Europa e le sue istituzioni perdessero ogni potere d'intervento su tutta questa delicata materia