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"Almeno i bimbi più piccoli devono tornare in presenza"

Tra le ipotesi del ministro Bianchi anche l'inizio anticipato a fine estate

17/03/2021
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La Stampa

Flavia Amabile

«Dobbiamo riportare i più piccoli in presenza - sostiene il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi in Senato - e soprattutto lavorare in vista del prossimo anno scolastico, dobbiamo andare ad un innalzamento della qualità dell'offerta didattica complessiva, spero di avere risorse per interventi sostanziali per garantire un ponte in vista del prossimo anno scolastico. Il problema degli apprendimenti non si risolve negli ultimi 20 giorni di giugno», spiega. Tramontata definitivamente, quindi, la chiusura delle scuole a fine giugno, resta invece in piedi un'ipotesi di riaprire in via anticipata il 1 settembre per recuperare. In ogni caso il ministro ha precisato che quando si è deciso di chiudere, non «c'erano i difensori dei bambini da una parte e gli orchi dall'altra» ma «persone responsabili, rappresentanti dell'Iss deputati».

Orchi o no, a seguire le lezioni a distanza da lunedì sono 8 studenti su 10 secondo i calcoli elaborati da Tuttoscuola e per la prima volta a distanza sono anche materne e primarie, una decisione che sta creando profondo disagio e sta facendo crescere un fronte di protesta anche politico. I Cinquestelle la stanno trasformando in una battaglia politica con l'ex ministra Lucia Azzolina che rivendica di aver tenuto le scuole aperte finché è rimasta alla guida del ministero.

«Chiediamo che il Governo faccia un distinguo e riapra asili nido, scuole dell'infanzia ed elementari», hanno dichiarato anche tutte le deputate e i deputati M5S in commissione Cultura. Una richiesta simile arriva anche da una parte del Pd. «Credo che le aperture d'elemento scuole e soprattutto di elementari e nidi debba essere sganciato da automatismi legati alle cosiddette zone rosse», avverte Roberto Rampi, senatore del Pd. Lo stesso chiedono Paola Bocci e Fabio Pizzul, consigliera e capogruppo Pd della regione Lombardia.

Per spingere il governo a riaprire almeno nidi e scuole d'infanzia ha raccolto 34mila firme in 48 ore la petizione online lanciata su Change.org da Assonidi Confcommercio. Il ministro ha rivelato che 44,3% degli insegnanti ha già ricevuto la prima dose di vaccino. In alcune zone si è andati anche molto veloci, come in Puglia, in altre ci sarà da recuperare. Si lavora per garantire un rientro in sicurezza e non si esclude anche un inizio anticipato del prossimo anno scolastico dal 1 settembre. «Noi - hanno spiegato il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri e il segretario generale della Uil scuola Pino Turi al termine dell'incontro - siamo per riaprire le scuole dal primo settembre, Un'ipotesi che si scontra con il nodo delle cattedre vacanti. Ci saranno da coprire oltre 200mila posti e non basteranno i due concorsi già banditi. Una strada da percorrere è la stabilizzazione dei precari e, forse, il blocco della mobilità ma il percorso è tutto da costruire. Il ministro ieri ha incontrato di nuovo i sindacati e ha annunciato ad aprile il lancio di un «Patto per l'Istruzione e la Formazione». —


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