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Allo studio nuove regole sulla mobilità dei docenti

l’attuazione del piano straordinario di immissione in ruolo, la strutturazione di un organico funzionale e la possibilità del preside di confermare un mandato triennale di volta in volta ai docenti, fa crescere il timore per gli insegnanti che l’iter per un trasferimento possa diventare sempre più complicato

03/04/2015
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Il Messaggero

ROMA Sul tavolo della maggioranza sono molti i punti di criticità che già dalle prime ore dopo la presentazione hanno animato il dibattito intorno al complesso impianto di riforma scolastica. Ad esempio il piano straordinario di assunzioni, l’articolo 8 del disegno di legge, prevede l’ingresso in ruolo di 100.701 docenti e dei vincitori dei due concorsi banditi nel 2006 e nel 2012. Rimarrebbero fuori dalle graduatorie tantissimi docenti, ovvero quelli che appartengono alla cosiddetta “terza fascia”, chi non scioglie la riserva per il conseguimento del titolo abilitante entro il 30 giugno e il personale di concorso vincitore con riserva visto che la graduatoria dei vincitori e quelle ad esaurimento perderanno di efficacia il primo settembre 2015. Questo scatenerebbe tantissimi contenziosi e ricorsi che intaserebbero la giustizia amministrativa e metterebbero a rischio l’anno scolastico 2015-16.
L’ORGANICO E IL PRESIDE
Un altro tassello critico riguarda la mobilità dei docenti che con l’attuazione del piano straordinario di immissione in ruolo, la strutturazione di un organico funzionale e la possibilità del preside di confermare un mandato triennale di volta in volta ai docenti, fa crescere il timore per gli insegnanti che l’iter per un trasferimento possa diventare sempre più complicato. Inoltre, la figura nuova del Preside, indicato come un «leader educativo» minerebbe secondo i sindacati lo spirito stesso dell’autonomia scolastico e renderebbe la scuola meno collegiale. Un provvedimento che ha invece riscosso consensi unanimi è la “carta del professore”, una card ricaricabile, che permetterà ai docenti di usufruire di 50 euro al mese per la propria formazione culturale (libri, concerti, eventi, mostre). Resta ancora da capire che forma avrà e se ad esempio saranno inclusi anche i docenti di religione cattolica (nel nostro Paese sono 16.794) che da questo bonus al momento sembrano esclusi, non senza far rumore.
QUOTA 96
Senza soluzione è la vicenda dei docenti “Quota 96” ovvero coloro che erano alla soglia della pensione e dopo la riforma Fornero hanno visto spostato più in la il loro riposo. Una situazione che riguarda 3 mila insegnanti, a cui però il governo non ha dato ancora nessuna garanzia formale, rimandando il problema in aula. Questo pesa soprattutto perché potrebbe essere inserita nell’organico funzionale e potrebbe togliere l’opportunità di entrata a giovani docenti.
Mas. Co