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Alleanza per l'infanzia: "Sei miliardi per nidi e materne"

Per raggiungere gli obiettivi minimi europei servono 275.606 nuovi posti. "Andare alle radici delle disuguaglianze, nei primi anni di vita si forma il proprio futuro"

12/12/2020
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la Repubblica

Corrado Zunino

C'è una nuova Alleanza per l'infanzia e chiede, riprendendo promesse del premier fatte in più occasioni, sei miliardi di euro da investire su nidi e materne, l'intero comparto 0-6 anni da tre stagioni considerato scuola a tutti gli effetti. Servono, spiega il paper "Investire nell'infanzia", per restituire ai piccoli italiani un'uguaglianza alla partenza.

Lo scorso maggio la Commissione europea aveva sottolineato che, “nonostante i recenti sforzi", le misure volte a promuovere le pari opportunità e le politiche in materia di equilibrio tra vita professionale e vita privata, "così come l'offerta a costi accessibili di servizi di educazione e cura della prima infanzia, rimangono modeste e scarsamente integrate”. Gli asili nido, dal 2017, Riforma Puglisi, sono entrati a pieno titolo nel sistema di istruzione. Scrive Save the children, a nome dell'Alleanza: "Ancora oggi questa rete educativa è molto fragile e, in alcune regioni, quasi inesistente". Nel 2020 soltanto il 13,2 per cento dei bambini ha accesso a nidi dell’infanzia e servizi integrativi gestiti direttamente dai Comuni o da terzi.

Gli Obiettivi di Lisbona, elaborati dall'Unione europea, chiedono un "servizio per tutti" entro il 2025. Per raggiungere questa indicazione l'Alleanza per l'infanzia - trentasei associazioni e sindacati riuniti per migliorare le condizioni di vita dei bambini - stima che la copertura del servizio debba raggiungere il 60 per cento dei "potenziali beneficiari", con la soglia minima del 33 per cento in ogni regione italiana. Se la Valle d’Aosta deve crescere solo dello 0,7 per cento, la Provincia autonoma di Trento del 4,6 e l'Emilia-Romagna del 4,9, ci sono regioni come la Calabria che devono aumentare l'offerta del 30 per cento per raggiungere gli obiettivi minimi. La Campania del 28,7, la Sicilia del 26,6, la Puglia del 26,3. In pratica, nel Sud serve attivare ex novo una rete di offerta pubblica oggi quasi inesistente.

In termini assoluti, azzerare il divario tra la copertura attuale di Stato e comuni e il target del 33 per cento significa aggiungere ai 183.737 posti disponibili nei nidi e nei servizi integrativi a livello nazionale altri 275.606 posti, per un totale di 459.343.
 

L'Alleanza chiede che all'interno del Piano nazionale di ripartenza e resilienza (nell’ambito del Next GenerationEu) si finanzi un'infrastruttura educativa per la prima infanzia "su base universale e su tutto il territorio nazionale", destinando a questa "necessaria riforma" 5 miliardi e 790 milioni di euro. Così suddivisi: 5 miliardi per la realizzazione di 300 mila nuovi posti negli asili nido entro il 2025; 790 milioni per assicurare il primo anno di avvio della riforma.

Il lavoro "Investire nell'infanzia" segnala come la contrazione delle nascite, e dunque della popolazione scolastica, "rende disponibili molte strutture scolastiche esistenti". Ogni nuovo posto costa 16 mila euro. "Un finanziamento di questa portata garantirebbe la gratuità dei servizi educativi per la prima infanzia. E' una cifra sicuramente impegnativa", commentano i portavoce, "ma non è fuori dalla nostra portata". In Italia l’investimento nell’espansione dei nidi si ripagherebbe in sei anni grazie all’aumento dell’occupazione, 40 mila nuovi educatori previsti, e del Prodotto interno lordo". Dove mancano gli asili nido, si fa notare, "l’occupazione femminile è ai minimi, in un circolo vizioso da spezzare".Un numero crescente di studi dimostra che le disuguaglianze nell’acquisizione delle conoscenze e delle competenze si formano a partire dalla nascita e prima dell’entrata nella scuola. "Solo così si potrà andare alle radici della dispersione scolastica e contrastare efficacemente la povertà educativa che oggi preclude a tanti bambini, bambine e adolescenti la possibilità di apprendere, far fiorire capacità e talenti, costruire liberamente il proprio futuro".


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