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Allarme Covid nelle università: nel 2020-21 a rischio 10mila iscritti

Allarme Svimez: la diminuzione degli immatricolati su scala nazionale potrebbe ammontare a circa 9.500 studenti, di cui 6.300 nel Mezzogiorno e i restanti 3.200 al Centro-Nord

22/06/2020
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Il Sole 24 Ore

Claudio Tucci

Il Covid-19 rischia di condizionare anche gli studi universitari: nel 2020/21, infatti, ha stimato lo Svimez, circa 10mila studenti potrebbero non iscriversi ai nostri atenei. Parliamo, per l’esattezza, di circa 9.500 studenti su scala nazionale, di cui 6.300 nel Mezzogiorno e i restanti 3.200 per il Centro Nord. L’analisi, basata anche su quanto accaduto nella precedente crisi del 2008/2009, secondo i ricercatori dello Svimez, farebbe scattare l’allarme sulle iscrizioni all’università nel prossimo anno accademico.

Si riduce il tasso di passaggio scuola/università
Entrando nel dettaglio della nota dello Svimez, elaborata dal direttore Luca Bianchi e da Gaetano Vecchione (Svimez - università Federico II Napoli), si sottolinea come a fine mese si stimino approssimativamente 292mila maturi al Centro Nord e circa 197mila al Mezzogiorno. La precedente crisi del 2008/2009 ha evidenziato una elevata elasticità del tasso di passaggio tra scuola e università legato all’indebolimento dei redditi delle famiglie soprattutto nel Mezzogiorno: alla luce di ciò lo Svimez ha stimato una riduzione del tasso di proseguimento di 3,6 punti nel Mezzogiorno e di 1,5 nel Centro-Nord.

Mezzogiorno penalizzato
Già la precedente crisi economica, quella, come detto, del 2008-2009 che si è trascinata fino al 2013, aveva provocato un crollo delle iscrizioni alle università, soprattutto nel Mezzogiorno, ha ricordato lo Svimez: tra il 2008 e il 2013 il tasso di passaggio scuola-università nel Mezzogiorno è crollato di 8,3 punti percentuali, quattro volte la diminuzione del Centro-Nord (1,6 punti). In un quinquennio gli iscritti si sono ridotti di oltre 20mila unità nelle regioni del Mezzogiorno. Anche nel Centro-Nord, la crisi aveva determinato un calo del tasso di proseguimento degli studi (-2 punti circa) ma per effetto della crescita dei diplomati non si è determinato una flessione del numero complessivo degli iscritti.


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