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Alla ricerca di aule. Il governo punta gli edifici dismessi

Azzolina annuncia che il 15% degli studenti verranno portati in altri locali, creando nuove strutture con l'edilizia leggera: e «se non bastasse, verranno ripresi i 3 mila edifici scolastici dismessi»

27/06/2020
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La Stampa

roma
Accordo fatto nella Conferenza Stato-Regioni e un miliardo in più per la scuola. Le aule riapriranno il 14 settembre «in condizione di massima sicurezza», garantisce il premier Conte. L'unico fuori dal coro è il governatore Vincenzo De Luca, che contesta le misure della ministra dell'Istruzione Azzolina «per la quale i problemi della scuola sono diventati marginali rispetto alla politica politicante». Un duro colpo quello del presidente campano che considera «irresponsabile» far votare per le regionali il 20 settembre, a pochi giorni dall'inizio delle lezioni. Azzolina non entra nel merito delle questioni, dice solo che un accordo anche con il governatore della Campania si troverà. Con un certo imbarazzo spiega che saranno gli enti locali e il ministero dell'Interno a valutare se sarà possibile utilizzare altri locali per lo svolgimento delle elezioni regionali. «Personalmente più gli studenti sono a scuola più sono contenta», liquida il discorso la ministra, che vuole superare le cosiddette «classi pollaio» con 25-30 studenti. Come? Azzolina annuncia che il 15% degli studenti verranno portati in altri locali, creando nuove strutture con l'edilizia leggera: e «se non bastasse, verranno ripresi i 3 mila edifici scolastici dismessi». Le spara addosso Matteo Salvini che chiede con quali criteri verranno scelti gli «espulsi». Per la Lega, come per Fdi e Forza Italia, la Azzolina è inadeguata. Dubbi arrivano dai presidi del Lazio, che reclamano «indicazioni precise».
La ministra dice di essere appassionata, di amare il suo lavoro e immagina i ragazzi che vanno a studiare nei musei, nelle biblioteche, nei teatri. Una nuova scuola a Scampia, un nuova didattica, orari flessibili, digitalizzazione, attenzione ai singoli alunni grazie, appunto, a classi meno affollate. Per fare questo, il governo ha deciso di stanziare un altro miliardo che tra l'altro servirà per assumere a tempo indeterminato 50 mila insegnanti e personale non docente. Per chi è già di ruolo arriverà, grazie alla riduzione del cuneo fiscale, un incremento dello stipendio da 80 a 100 euro. Il premier ci ha tenuto a sottolineare questo ulteriore sforzo di un miliardo che va ad aggiungersi ai 4,6 miliardi già stanziati sotto diverse voci, per misure di sicurezza, per l'edilizia leggera, per i fondi a disposizione dei dirigenti scolastici. «Altri somme arriveranno con il Recovery Fund: un capitolo importante sarà dedicato alla scuola», annuncia Conte.