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Al via il nuovo piano triennale

La pianificazione dell'offerta formativa servirà a individuare i fabbisogni anche professionali. Gli istituti dovranno chiedere docenti per area disciplinare

25/08/2015
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ItaliaOggi

Carlo Forte

Dal prossimo anno le istituzioni scolastiche dovranno approvare il piano triennale dell'offerta formativa. E dovranno farlo anche in tempi brevi. Perché il piano servirà ad individuare i docenti in più: 6 o 7 per scuola per complessivi 48.812 posti comuni e 6.446 posti di sostegno. Che dovranno essere assegnati alle scuole per le immissioni in ruolo della fase C.

Il piano, che già adesso è la carta di identità della scuola, da settembre sarà triennale e dovrà indicare gli insegnamenti e le discipline divisi per aree, in tal senso è attesa una circolare in queste ore. In primo luogo dovrà fissare il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno dell'organico dell'autonomia, sulla base del monte orario degli insegnamenti, con riferimento anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di flessibilità, nonché del numero di alunni con disabilità.

Ferma restando la possibilità di istituire posti di sostegno in deroga nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente. E poi dovrà indicare il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa. Vale a dire, le qualifiche di appartenenza dei docenti in più che dovrebbero essere assegnati alle scuole.

La legge 107/15 non reca alcuna indicazione su come coniugare le necessità delle scuole con la necessità dell'amministrazione di svuotare le graduatorie a esaurimento. Che poi sarebbe uno degli intenti principali della legge 107. La cui ratio è proprio quella di esaurire le graduatorie dei precari. Così da incentrare il reclutamento solo sul concorso ordinario per titoli ed esami, mandando in soffitta definitivamente il criterio duale definito dall'articolo 399 del testo unico.

Criterio secondo il quale le immissioni in ruolo devono essere effettuate suddividendo, metà e metà, i posti da coprire con immissioni in ruolo tra le graduatorie dei concorsi e le graduatorie a esaurimento.

Resta il fatto, però, che l'organico aggiuntivo sarà costituito attingendo i docenti principalmente dalle graduatorie a esaurimento. Bisognerà fare i conti con le qualifiche possedute dai docenti che vi risultano inclusi. Pertanto, se le scuole chiederanno docenti di una classe di concorso, con ogni probabilità, all'atto dell'esaurimento dei docenti appartenenti alla qualifica richiesta, dovranno accontentarsi anche di docenti di diversa qualifica. Intendendo per qualifica l'appartenenza ad un ordine di scuola piuttosto che ad un altro e, nella scuola secondaria, anche la classe di concorso.

Meno problematica dovrebbe essere l'assegnazione dei docenti di sostegno. Per i quali l'unico vincolo di qualifica è l'ordine di scuola di appartenenza. In tutti gli ordini di scuola, infatti, i docenti di sostegno appartengono ormai ad un'unica specialità. E ciò vale anche nelle secondarie di II grado, per effetto dell'unificazione delle aree. Unificazione che, però, continua a non assumere rilievo ai fini delle graduatorie a esaurimento.

A ciò va aggiunto anche il problema dell'esonero dei vicari e, in generale, dei collaboratori del dirigente scolastico. Esonero che potrebbe essere attribuito direttamente dal dirigente scolastico, qualora i collaboratori dovessero essere inclusi nell'organico aggiuntivo. Che però deve fare i conti, sempre e comunque, con le qualifiche di appartenenza dei docenti in più assegnati.

In altre parole, se il collaboratore del dirigente al quale si vuole attribuire l'esonero è un docente di lettere della classe A043, tale esonero potrà essere attribuito solo ed esclusivamente se l'ufficio scolastico assegnerà alla scuola (nell'organico aggiuntivo) un docente della classe A043. In caso contrario, il collaboratore del dirigente non potrà avere l'esonero.

Prima di tutto perché non è più previsto dalla legge e poi perché la stessa legge 107 prevede che i docenti dell'organico della scuola (il cosiddetto organico dell'autonomia) che comprenderà anche i docenti dell'organico aggiuntivo, dovranno essere utilizzati prioritariamente per coprire i posti vacanti e disponibili.

A ciò va aggiunta l'incognita del numero dei docenti che saranno immessi nella fase C.

Che sulla carta sono 55.258, ma che potrebbero attestarsi anche su un numero inferiore. Le domande presentate sono 71.643, ma non è detto che i riesca a coprire tutti i posti. Fino ad oggi, infatti, l'amministrazione non ha spiegato se i posti saranno assegnati considerando vincolanti le richieste delle su scuole oppure in modo fungibile, senza tenere conto di ordini di scuola e classi di concorso.

Secondo i dati ufficiali diffusi dal ministero dell'istruzione, infatti, i precari assumibili a vario titolo sono 136.535 a fronte di 102mila immissioni autorizzate. Di questi, 34.863 sono docenti di scuola dell'infanzia, a cui è preclusa la partecipazione alla fase C. E nella scuola dell'infanzia, sempre secondo i dati ufficiali, al termine delle immissioni in ruolo ordinarie saranno assunti solo 3277 insegnanti su posto comune e 1308 sul sostegno. Di qui il rischio reale che non si esauriscano le 102mila assunzioni, finanziate dal governo con un impegno economico senza precedenti


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