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Al Sud serve una Scuola Superiore ad hoc per avviare giovani alle industrie 4.0 locali

le condizioni e gli elementi di contesto istituzionale, sociale ed economico del Mezzogiorno sono tali da suggerire, più che altrove, un mirato, lungimirante sforzo di contestualizzazione intelligente per non correre il rischio di dar vita ad una istituzione universitaria destinata al fallimento

03/02/2019
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Il Messaggero

Il Sud non ha genericamente bisogno di una Scuola Universitaria Superiore e tanto meno di una Scuola con la stessa identità di quelle che già esistono in Italia. L'autonomia per l'Università è un valore fondativo e nel caso di una Scuola Superiore assume un preciso, essenziale significato di fattore di distintività, su cui costruire la sua immagine e il suo successo. Per cui, è giusto che ogni Scuola, anche una futura Scuola Superiore del Mezzogiorno, possa vivere responsabilmente la sfida dell'autonomia.
D'altro canto, le condizioni e gli elementi di contesto istituzionale, sociale ed economico del Mezzogiorno sono tali da suggerire, più che altrove, un mirato, lungimirante sforzo di contestualizzazione intelligente per non correre il rischio di dar vita ad una istituzione universitaria destinata al fallimento. Non è possibile pensare ad una Scuola Superiore come ad un fatto a sè stante e come ad una istituzione destinata ad avere successo by definition. Occorre superare l'idea molto radicata di una Scuola con l'esclusivo compito di fare dell'eccellenza e del merito il proprio unico credo.
Tutte queste proprietà, che costituiscono l'identikit proprio di una Scuola Superiore, nel caso del Sud sono necessarie ma non sono sufficienti. Qua occorre mirare a realizzare una istituzione scientifica di eccellenza che sia capace di sfuggire all'ambizione di gioire soltanto dei successi nel campo della ricerca. La vera sfida è invece quella di poter contare nel Sud su una istituzione universitaria atipica, ad ordinamento speciale, capace di impegnarsi con successo anche nella valorizzazione dei risultati della ricerca, tramite un efficace e pro-attivo trasferimento tecnologico, per fare delle nuove conoscenze scientifiche e tecnologie una risorsa pregiata, un essenziale fattore di produzione innanzitutto per le cosiddette new technology based firms, di cui le academic spin-off e le tech startup costituiscono casi emblematici.
Il Sud ha bisogno di una sorta di rinascimento industriale, sotto la spinta della nuova ondata tecnologica che è alla base dell'industria 4.0. E' solo attraverso uno sforzo mirato e lungimirante di questo tipo, coinvolgendo le grandi e medie imprese tecnologiche presenti sul territorio, che il Sud può sperare di essere una terra in cui i giovani, soprattutto quelli con più elevati livelli formativi, possano sperare di avere opportunità occupazionali adeguate.
La costante crescita in anni recenti della nuova emigrazione intellettuale sta penalizzando le possibilità di riscatto del Mezzogiorno e del suo capitale umano.
Il Sud ha quindi decisamente bisogno di una Scuola Superiore, con funzione da traino che possa dimostrare nel concreto come sui valori dell'eccellenza e del merito si può costruire e far leva per contribuire all'affermazione di un nuovo modello di sviluppo dove la ricerca e l'alta formazione possano costituire un driver per l'innovazione delle strutture produttive esistenti e per la nascita di nuove imprese innovative, creando così fondate opportunità per gli investitori.
Molti studi storici hanno mostrato che le cause originarie del divario tra Sud e Nord in Italia sono soprattutto da attribuirsi alle divergenze nel capitale umano. Dal lato dell'offerta, per quanto attiene la qualità della formazione in campo scolastico e universitario e il valore delle competenze create. Dal lato della domanda, per quanto attiene la presenza sul territorio di settori produttivi e di imprese tecnologiche in grado di attivare opportunità occupazionali di personale qualificato e di laureati, assicurando elevati livelli di mobilità lavorativa e crescita professionale. Pertanto, ciò che deve preoccupare, nel caso del Sud, non sono solo i dati sulla fuga di laureati, nonché sul calo delle immatricolazioni universitarie - cioè l'offerta ma anche i dati che mostrano il Mezzogiorno incapace di offrire occupazioni confacenti a giovani laureati cioè la domanda di personale qualificato.
Ciò di cui c'è bisogno è quindi un progetto inclusivo di Scuola Superiore, con cui guardare nel contempo agli elementi che impattano sull'offerta ed a quelli che impattano sulla domanda di capitale umano. E' solo con questa visione strategica propria delle migliori Young University World Class, affermatesi negli ultimi vent'anni, che merita coltivare l'idea di progettare la realizzazione nel Sud di una Scuola Superiore di standing internazionale, in grado di fungere da driver dell'innovazione e dello sviluppo, con capacità di incubazione di una nuova generazione di imprese, assistita da un efficiente Venture capital. Si tratta delle nuove tipologie di imprese innovative, figlie dell'era della conoscenza, che rivestono un ruolo rilevante, eccezionale ai fini del trasferimento al mercato dei risultati della ricerca, nonché della creazione diretta e per vie indotte di nuova occupazione, come insegnano le esperienze maturate da altri Paesi, tra cui alcuni dei più dinamici Paesi emergenti. Si tratta di obiettivi strategici irrinunciabili per un Mezzogiorno che deve puntare in via prioritaria a creare opportunità di lavoro e affermazione per giovani talenti creativi, capaci e con doti di intraprendenza. Non ci sono quindi dubbi sull'importanza di operare per dar vita, nei modi e nei tempi giusti, ad una Scuola Universitaria Superiore nel Mezzogiorno.
Riccardo Varaldo
professore emerito, già rettore Scuola Universitaria Superiore Sant'Anna


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