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Agrigento, i prof trasferiti hanno tutti la legge 104

Di nuovo sotto esame le scuole di Agrigento, dove la massiccia presenza di benefici per la legge 104 infuoca anche l'estate della mobilità straordinaria

01/08/2016
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Il Messaggero


ROMA Di nuovo sotto esame le scuole di Agrigento, dove la massiccia presenza di benefici per la legge 104 infuoca anche l'estate della mobilità straordinaria. Un nuovo caso scuote l'ufficio scolastico provinciale e ancora una volta, nella provincia siciliana, si torna a parlare di furbetti e di agevolazioni senza diritto. Agrigento, già nel mirino dei magistrati per l'abuso di permessi per invalidità inesistenti e in numero decisamente sproporzionato rispetto al resto d'Italia, torna alla ribalta proprio nella maxi operazione di trasferimenti decisa dal ministero dell'istruzione e prevista, in questo caldo agosto, dalla legge 107 della Buona Scuola. E allora, tra le polemiche legate ai mancati trasferimenti, soprattutto nelle regioni del Sud, ecco che scorrendo la lista degli spostamenti della provincia di Agrigento una voce, tra tutte, si ripete e salta quindi agli occhi: precedenza prevista dal contratto nazionale. In altre parole, si tratta della precedenza prevista da contratto per coloro che godono dei benefici della legge 104: persone affette da invalidità o che hanno bisogno di prendersi cura di parenti con invalidità, a cui vengono riconosciuti 3 giorni di permesso al mese e, in questo caso, la precedenza negli spostamenti. Un diritto indiscutibile a cui però, negli anni, hanno fatto ricorso in troppi senza averne diritto. Ed è questo il caso di Agrigento, dove non mancano inchieste e denunce.
I PRIMI DELLA LISTACosì in questa occasione succede che, ad esempio, su 9 insegnanti che hanno ottenuto il trasferimento nella provincia siciliana, i primi sei hanno avuto la precedenza grazie ai benefici della 104 e cinque tra questi potranno spostarsi su scuola e non su ambito. Il trasferimento su scuola, per la stragrande maggioranza dei docenti, è preferibile a quello su ambito territoriale perché rientra nelle cattedre tradizionali mentre, andando a far parte di un ambito, ci si dovrà sottoporre alla chiamata diretta dei singoli presidi e agli incarichi triennali. Chi evita il posto su ambito invece può restare per sempre nella sua scuola di appartenenza, a meno che non chieda il trasferimento volontario.
LE MAESTRE ELEMENTARIAlla scuola elementare succede più o meno lo stesso. Sono 49 i docenti con la 104 che ottengono il posto sulla scuola, mentre solo 2 lo ottengono senza poter contare sui benefici della legge. Tutti gli altri maestri e maestre, su un totale di 155 trasferimenti accordati nella provincia, finiranno quindi negli ambiti territoriali.
L'abuso, vero o presunto, della 104 resta comunque una realtà con cui il sistema scolastico deve fare i conti: il Miur, su spinta del sottosegretario all'istruzione Davide Faraone, ha avviato nell'ultimo anno controlli e verifiche. Ma il fenomeno resta, tanto che l'associazione Insegnanti in movimento da giugno ha avviato una serie di proteste presso l'ufficio scolastico provinciale e presso la sede dell'Inps di Agrigento. Perché per ogni furbetto che gode indebitamente, di benefici e trasferimenti, non avendone diritto, ce ne è un altro che si vede scavalcare ingiustamente. Migliaia di docenti trasferiti negli ultimi anni fuori dalla Sicilia, a chilometri di distanza da casa, per lavorare e conservare un posto di lavoro costruito in anni di titoli ed esperienze. Sono settemila solo quest'anno. Un sacrificio sostenuto da molti ma che, alla luce di indagini e statistiche, diventa intollerabile. Basti pensare che nella scuola Santi Bivona di Menfi, da cui scoppiò il caso, ben 70 docenti su 170 erano invalidi o avevano un caro di cui prendersi cura. In una scuola di Raffadali, sempre in provincia di Agrigento, addirittura 11 bidelli su 11 avevano la 104. Il 100% di invalidi o con un invalido in famiglia, quindi.
L'INCHIESTAUna situazione diffusa ad Agrigento anche nel resto della pubblica amministrazione, che ha portato a 108 indagati. Ben 69 gli imputati tra dirigenti, impiegati e medici infedeli che certificavano false patologie o aggravavano problemi di salute inconsistenti. Tutto scritto nero su bianco tra intercettazioni telefoniche e ambientali nel processo ribattezzato La carica delle 104.
Lorena Loiacono


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