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A settembre si torna in aula: divisori tra i banchi e visiere Però c'è l'emergenza risorse

Per il momento il ministero ha recepito le valutazioni del comitato tecnico scientifico e sta raccogliendo gli interventi di sindacati e associazioni per poi stilare un documento proprio

05/06/2020
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Il Messaggero

OMA «Stiamo mobilitando per la scuola risorse per 4 miliardi, 330 milioni subito per l'edilizia scolastica leggera», promette il ministro Azzolina. Tre mesi di tempo per riaprire in sicurezza e a settembre, parola di premier, le aule dovranno accogliere gli studenti in presenza. Il centrodestra alla Camera prova a silurare il dl scuola allungando i tempi della conversione fino a farlo decadere, la risposta è stata la deliberazione della seduta fiume cioè senza interruzioni per evitare appunto che il decreto decada: si alza il livello della polemica tra maggioranza e opposizione.
Ieri pomeriggio si sono incontrati virtualmente premier, Azzolina, la ministra delle Infrastrutture De Micheli, il presidente della conferenza delle regioni Bonaccini, il presidente dell'Anci Decaro, il Comitato tecnico-scientifico, i sindacati, i rappresentanti di presidi, studenti e genitori. Un vertice quindi tra la politica, che dovrà decidere come applicare le norme anti-contagio in classe, e il mondo della scuola che vuole conoscere il suo futuro e su quante risorse può contare. Gli istituti scolastici, chiusi da tre mesi, dovranno infatti reinventarsi in una nuova veste: in base alle indicazioni arrivate dal Comitato tecnico scientifico sarà necessario garantire il distanziamento anche tra i banchi, a mensa o in palestra, nei corridoi, in cortile o in biblioteca. Ovunque. «Oltre alle mascherine ci sarà possibilità di usare le visiera anche per andare incontro alle esigenze di studenti con difficoltà respiratorie e ipoacusici», spiega il ministro. «Il Cts sta valutando anche la possibilità di compartimentare i banchi, con divisori». Pannelli in plexiglas in classe, tensostrutture nelle aree esterne. E ore di lezione da 40 minuti, ritenute un'opzione migliore rispetto ai doppi turni.
Per il momento il ministero ha recepito le valutazioni del comitato tecnico scientifico e sta raccogliendo gli interventi di sindacati e associazioni per poi stilare un documento proprio. «Siamo stati costretti a chiudere la scuola e a ricorrere alla didattica a distanza ha spiegato il premier Conte, aprendo i lavori con il nuovo anno scolastico l'obiettivo è tornare a scuola in piena sicurezza. La didattica a distanza può essere un'opportunità in più per potenziare l'offerta didattica, ma certo dobbiamo ritornare in presenza». 
SINDACATI IN TRINCEAIl giro di tavolo, online, ha visto avanzare le richieste dai sindacati presenti, tutti sul piede di guerra, come i confederali Cgil, Cisl e Uil con Snals e Gilda che hanno confermato lo sciopero per l'8 giugno, con cui chiedono risorse e assunzioni. Su questo aspetto anche Landini sottolinea: «La discussione sulla ripartenza della scuola è importante ma in grave ritardo. Lo sciopero dell'8 giugno ha l'obiettivo di sollecitare il governo a fare le scelte necessarie». La richiesta di fondi arriva praticamente unanime, da tutti i componenti del tavolo: l'Associazione nazionale dei presidi ha già chiesto certezze sulle modalità di rientro in classe, visto che le scuole avranno bisogno di spazi e docenti in più. L'Anci ha dato la massima disponibilità a supportare la ripresa delle lezioni ma ha avanzato precise richieste: «Sblocco delle assunzioni, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica, riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto, un vero piano dei tempi che consenta di evitare gli spostamenti si concentrino nelle ore di punta». L'ingresso a scuola con orari scaglionati potrebbe infatti essere una delle prime misure da mettere in campo. 
Lorena Loiacono