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A settembre caccia a 94mila prof 56% delle cattedre vuote al Nord

Solo in Lombardia, a esempio, il prossimo 1° settembre, serviranno 20.783 insegnanti, il 22,13% delle quasi 94mila cattedre libere. La sfida dei concorsi, al momento fermi, a causa dell’emergenza.

14/12/2020
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Il Sole 24 Ore

Claudio Tucci

Mentre gli occhi e le orecchie della politica si affannano sulla ripresa delle lezioni il 7 gennaio, con il rientro in presenza al 75% nelle superiori, c’è uno scoglio all’orizzonte che riguarda l’avvio del prossimo anno, il primo, si spera, post emergenza Covid-19. Parliamo delle cattedre stabili vuote che, dopo i numeri sui pensionamenti 2021 (si veda il Sole 24 Ore di venerdì), supereranno quota 90mila, 93.926 per la precisione, pari al 12,2% dell’attuale organico di diritto dei docenti (770.763 posti, tra comuni e sostegno).

Solo in Lombardia, a esempio, il prossimo 1° settembre, serviranno 20.783 insegnanti, il 22,13% delle quasi 94mila cattedre libere. Nelle sei principali regioni del Nord (oltre alla Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna) mancheranno all’appello quasi 54mila professori, il 56% del totale dei posti disponibili.

I numeri sono frutto di una elaborazione della Cisl Scuola, sommando i 66.334 posti rimasti vacanti lo scorso settembre (quando furono autorizzate circa 85mila assunzioni a tempo indeterminato, ma se ne fecero solo poco più di 19mila) ai 27.592 insegnanti che hanno fatto domanda di pensionamento, per un totale, appunto di quasi 94mila posti liberi. Si tratta di cattedre in organico di diritto su cui è possibile effettuare assunzioni stabili (e trasferimenti, che debbono però rispettare il vincolo dei 5 anni di permanenza nella sede di titolarità).

Ormai si conosce anche l’identikit di questi “vuoti”: cattedre di matematica, in genere di materie tecnico-scientifiche, ma anche di italiano e inglese. Discorso a parte il sostegno, dove si sono raggiunte quote di scopertura tra l’80 e il 90% di posti, che spessissimo vengono assegnati a docenti non specializzati.

La fotografia di queste 94mila cattedre stabili vuote è un primo indizio sull’entità dei posti da coprire a settembre 2021. I numeri finali (e quelli relativi alle supplenze da nominare) li scopriremo più avanti, considerato che sulle cattedre pesa il numero di studenti (in contrazione) e l’eventuale persistenza o meno delle misure di distanziamento, oltre alla sorte che subirà l’organico aggiuntivo Covid-19 (sul sostegno, poi, in pista c’è il nuovo Tfa che farà specializzare nei prossimi mesi circa 20mila prof).

La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, è consapevole dell’urgenza, tanto è vero che in primavera era pronta a far partire i concorsi per assumere 78mila docenti, rimasti nel freezer per due anni. Poi il veto di alcune forze politiche e del sindacato ha fatto slittare l’avvio delle selezioni in autunno. Dopo, c’è stata la seconda ondata Covid. Il risultato è stato questo: per le norme anti-contagio in atto la selezione ordinaria (da 46mila cattedre) non è ancora partita, mentre quella straordinaria (da 32mila) si è fermata al 74% dei candidati attesi. Ma mentre quest’ultima, una volta ripresa, ha buone chances di finire visto che mancano da esaminare 17mila candidati suddivisi in sei giornate, e si compone solo di una prova scritta, l’altra - che prevede un test preselettivo, uno scritto e un orale - e a cui si sono segnati 430mila candidati - quasi certamente non ci riuscirà.

Anche la maggioranza ha acceso un faro: «Dobbiamo iniziare a ragionare su settembre 2021 - ha detto l’ex sottosegretario, Gabriele Toccafondi (Iv) -. Sediamoci intorno a un tavolo: non possiamo permetterci un ennesimo avvio delle lezioni nel caos».


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