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A Montecitorio i precari della scuola: «Quasi un milione in cerca della cattedra e l’assegnazione automatica aumenta il caos»

Il problema dei precari della scuola non sono le cattedre libere e nemmeno la disponibilità del ministero dell’Economia per assumere personale a tempo indeterminato. Il problema sono le graduatorie. L’intervista a Manuela Pascarella di Flc Cgil

02/09/2020
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Fra 12 giorni le scuole italiane riapriranno le loro aule, almeno nella maggior parte delle regioni di Italia. Un appuntamento attorno al quale l’attenzione dell’opinione pubblica e (quindi) della politica è altissima: tra incertezze sulle misure anti Covid, mascherine e banchi che non sono ancora arrivati si riuscirà davvero a fare lezione? Oltre a tutti i cambiamenti dovuti alla pandemia di Coronavirus si aggiungono anche i problemi strutturali della scuola italiana.

Uno su tutti, i precari: nella giornata di oggi circa 35 sigle che raccolgono comitati e associazioni si sono incontrate a Roma per una manifestazione davanti a Montecitorio. All’origine dell’iniziativa le nuove graduatorie per accedere alle supplenze. Per il prossimo anno scolastico dovrebbe esserci bisogno di circa 200 mila supplenti, per un totale di 753 mila aspiranti che hanno fatto quasi 2 milioni di domande (ci si poteva iscrivere a più classi di concorso).

Nelle ultime ore le graduatorie sono diventate pubbliche, scatendo non pochi dubbi sui gruppi Facebook dedicati ai precari della scuola. Dubbi su cui il ministero dell’Istruzione ha tagliato corto, con una nota: «È insensato parlare di caos: su oltre 1,9 milioni di domande pochissime segnalazioni, tutte in via di risoluzione». Open ha intervistato Manuela Pascarella di Flc Cgil, una delle sigle in piazza a Montecitorio.

Quante cattedre dovrebbero ricoprire questi supplenti?

«Ci sono tantissime cattedre libere: oltre 150mila. E poi ci saranno da coprire le supplenze brevi legate alle assenze temporanee. Ma la vera piaga del sistema scolastico italiano sono queste 150mila cattedre prive di un titolare. Sono incarichi che vengono ricoperte di anno in anno dai precari».

Quanto ha inciso l’empidemia scatenata dal Coronavirus in questa situazione?

«Poco. I posti vacanti sono dovuti a pensionamenti che non sono stati rimpiazzati con nuove assunzioni. Con il Covid sono stati aperti circa 50mila nuovi posti di lavoro nella scuola, che verranno comunque coperti da contratti a tempo determinato».

Su diverse pagine Facebook sono emersi casi curiosi: cattedre di sostegno assegnate a chi non ha mai lavorato con i disabili o classi di francese a chi non sa la lingua. Cosa sta succedendo?

«È un numero di errori significativo. Non fisioligico. Ed è dovuto a errori del sistema informatizzato, sperimentato per la prima volta in questa occasione. L’attribuzione delle supplenze parte dal 7 settembre. Senza gradutorie fatte bene si alimentano conteziosi e situazioni gravi. Penso a un supplente che iniza l’anno con un contratto in una scuola e poi si scopre che mancano titoli o altro e quindi diventa necessario rescindere il contratto».

Queste graduatorie online sono “la cosa di cui va più fiera” la ministra Azzolina. Cosa è cambiato rispetto agli scorsi anni?

«Rispetto alle graduatorie delle supplenze l’aggiornamento è stato fatto in modalità informatizzata. Tutto è partito a luglio, con un sistema che è stato sperimentato la prima volta con molte incongruenze. Ora le graduatorie infatti sono piene zeppe di errori».

Quando verranno chiamati i docenti?

«I docenti verranno chiamati il 7 settembre per entrare in servizio il 14».

Ogni anno per la scuola si parla di esodo dei docenti. Sono sempre molti gli insegnati che si spostano dove rimangano scoperte le cattedre. Cosa cambierà ora?

«L’unica cosa che registriamo di diverso rispetto agli anni scorsi è che ora i posti vacanti non si riescono a coprire. Le gradutorie dei concorsi banditi nel 2016 e nel 2018 sono già esaurite. Di fronte al progetto di immettere 84mila docenti di ruolo a tempo indeterminato, saremo fortunati se verranno assegnati il 30% perché non ci sono le persone nelle graduatorie per assegnarle.

L’immisione è stata anche già approvata dal Mef. Invece di avviare una procedura semplice e snella, la ministra Azzolina ha rimandato il concorso straordinario. I posti che rimangono vacanti verranno dati ai precari, a cui comunque si negherà l’assunzione di ruolo».


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