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«A Caserta non abbiamo più soldi» Rischio chiusura per 91 scuole (su 93)

La Provincia è in dissesto finanziario, gli edifici sono privi di agibilità. Così il presidente ha firmato il provvedimento di chiusura. Anche 1.500 km di strade non hanno manutenzione Ma l’ente in default finanziario mantiene ancora un suo «ufficio per il cerimoniale»La Provincia è in dissesto finanziario, gli edifici sono privi di agibilità. Così il presidente ha firmato il provvedimento di chiusura. Anche 1.500 km di strade non hanno manutenzione Ma l’ente in default finanziario mantiene ancora un suo «ufficio per il cerimoniale»

13/05/2017
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Corriere della sera

Se non si troverà rimedio entro lunedì, la prossima settimana potrebbero essere chiuse per inagibilità 91 scuole (su 93) la cui gestione fa capo all’amministrazione provinciale di Caserta. La «bomba a orologeria» è stata attivata da un provvedimento del presidente pro tempore , Silvio Lavornia; provvedimento per il momento tenuto nel cassetto ma che è frutto dello stato di dissesto finanziario dell’ente, non è più in gradi da anni di eseguire lavori di ordinaria manutenzione sugli edifici scolastici. In queste ore si sono susseguite riunioni tra Lavornia, il prefetto di Caserta e il dirigente scolastico provinciale: occorre garantire la conclusione regolare dell’anno scolastico per 56mila studenti (principalmente degli istituti medi superiori) e lo svolgimento degli esami di Stato.

Certificati antincendio e misure di sicurezza

Al momento la situazione è la seguente; quattro scuole casertane sono già state chiuse negli ultimi giorni, una per l’intervento della magistratura, tre su ordine della Provincia. La causa è sempre la stessa: mancanza di sicurezza, pericolo di crolli. Ma la situazione riguarda la quasi totalità di licei e istituti tecnici, privi di certificazione anticendio, di certificato di agibilità e altri documenti legati alla sicurezza. Una situazione, come detto, progressivamente deterioratasi da quando le casse provinciali non sono più state in grado di sostenere anche lavori minimi di manutenzione a causa del dissesto finanziario. Da qui la decisione del presidente Lavornia di minacciare la chiusura delle 91 scuole entro la prossima settimana se non interverranno fatti nuovi. Questi , in concreto, potrebbero essere rappresentati dall’arrivo dal ministero di fondi (un milione di euro) da distribuire ai presidi e in grado almeno di tamponare le situazioni più urgenti. «Noi non siamo responsabili di quanto sta avvenendo - denuncia il presidente - abbiamo ereditato una situazione dal passato e non siamo in grado di intervenire».

«Siamo alla paralisi completa»

Può darsi che la chiusura (annunciata) delle scuole casertane abbia un intento provocatorio, che punti a smuovere le acque e che poi non venga attuata (comunque ai sindaci è stato già chiesto di trovare soluzioni di emergenza per ospitare le classi che dovessero rimanere senza un tetto sopra la testa). Resta il fatto che 91 scuole su 93 prive di agibilità rappresentano un primato difficilmente eguagliabile. Come si è arrivati a questo? «Da quando ci troviamo in dissesto - spiega ancora il presidente Lavornia - lo Stato effettua un prelievo forzoso sulle nostre entrate, proporzionato sulla tassa sulle assicurazioni che ormai l’unica voce di entrata rimasta alle province. A Caserta sono così venuti a mancare 42 milioni di euro, una cifra senza pari nel resto d’Italia. Basti pensare, a titolo di esempio, che a Reggio Emilia il taglio è stato di 5 milioni. Di conseguenza siamo alla paralisi completa».

1.500 km di strade abbandonate

E così le scuole prossime al collasso della provincia di Caserta sono solo uno dei tanti esempi di una deriva amministrativa più generale. I dipendenti della Provincia hanno proclamato lo stato di agitazione perché ad aprile non è stato pagato loro lo stipendio, le auto di servizio sono tutte ferme perché manca la benzina e l’assicurazione non è stata rinnovata, sui 1.500 chilometri di strade provinciali non viene più rattoppata nemmeno una buca. Triste parabola di un ente che in passato deve aver goduto di ben altre possibilità di spesa. Basti pensare che ancora oggi, come risulta dal sito dell’ente, la provincia di Caserta, può permettersi un “ufficio del cerimoniale” per la presidenza.