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«Scuole cattoliche, basta aiuti» La Ue dice no agli sgravi fiscali

Il caso è spagnolo ma è fonte di preoccupazione anche per l'Italia.

28/06/2017
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Il Messaggero

CITTÀ DEL VATICANO Il caso è spagnolo ma è fonte di preoccupazione anche per l'Italia. Per questo è destinato ad essere studiato e misurato dai giuristi cattolici che, per conto della Cei e del Vaticano, maneggiano la complessa materia concordataria. Non sono di certo le parole deluse e piccate dei vescovi iberici contro la Corte di Giustizia europea che, con una sentenza destinata a riverberarsi in tutti i Paesi dell'Unione in cui è in vigore un concordato, ha vietato l'esenzione fiscale per le strutture cattoliche aventi scopo di lucro. Un terreno scivoloso e da definire, in futuro, caso per caso visto che potrebbe colpire molti istituti scolastici. La sentenza è a dir poco esplosiva. Il presidente della Corte, il giudice Koen Lenaerts, ha spiegato che naturalmente la sentenza «può avere un effetto diretto anche sull'Italia» così come per la Francia e il Belgio e tutte le altre nazioni nelle quali è in vigore un concordato tra Stato e Chiesa. 
RIMBORSIIl caso nasce da un contenzioso tra la Congregazione delle scuole degli scolopi di Getafe, una cittadina nell'area metropolitana di Madrid, e la municipalità. La scuola aveva chiesto il rimborso di un'imposta comunale di circa 24 mila euro per i lavori di costruzione di un edificio usato dalla scuola come sala conferenze. Nella richiesta, gli scolopi si sono appellati all'intesa tra la Spagna e la Santa Sede che prevede dispense fiscali, anche se questo accordo risale a prima che la Spagna entrasse a far parte dell'Unione. La Corte Europea ha dato ragione alla municipalità di Getafe. I locali in questione, sostengono i giudici «sono utilizzati per l'istruzione primaria e secondaria regolata a livello statale ed è equivalente all'istruzione impartita nelle scuole statali e finanziata interamente da fondi pubblici». Il rimborso dei 24 mila euro equivarrebbe ad un «vantaggio economico selettivo a favore di una congregazione che gestisce una scuola, ciò andrebbe a detrimento delle risorse della municipalità da destinare al pubblico».
«AIUTO DI STATO»La Corte ha ricordato che l'esenzione può essere considerata «un aiuto di Stato illegale vietato» in quattro casi: se comporta un vantaggio economico selettivo, se determina una riduzione delle entrate del Comune, se supera il tetto massimo di 200 mila euro in tre anni e incide sul commercio tra gli Stati membri o distorce la concorrenza. Il caso specifico della congregazione spagnola rientra nei primi due casi.
Franca Giansoldati


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