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Maturità, la griglia dei voti per riequilibrare Nord e Sud

Alla maturità, da quest'anno, ci sarà anche la prova della valutazione. Vale a dire che le commissioni d'esame, alle prese con la correzione delle due prove scritte, dovranno studiare come dare i voti nella maniera corretta

28/11/2018
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Il Messaggero

Alla maturità, da quest'anno, ci sarà anche la prova della valutazione. Vale a dire che le commissioni d'esame, alle prese con la correzione delle due prove scritte, dovranno studiare come dare i voti nella maniera corretta. O, meglio, dovranno imparare a valutare gli elaborati seguendo le indicazioni nazionali per far sì che la valutazione sia realmente uguale per tutti. Una necessità che nasce dall'evidente differenza di punteggi assegnati ai diplomati del Sud, dove fioccano le lodi, e a quelli del Nord dove i voti restano sempre più bassi. E così, per evitare polemiche e confronti impietosi, il ministero sta sperimentando le griglie di valutazione. Come funzionano? Seguendo le indicazioni contenute nelle griglie, i commissari sanno con precisione come assegnare i 20 punti disponibili per le singole prove.
IL MECCANISMOPer la versione di greco e latino al classico, i 20 punti massimi devono essere così distribuiti: massimo 6 per la comprensione del significato, 4 per l'individuazione delle strutture morfosintattiche, 3 per la comprensione del lessico, 3 per la resa del testo in italiano e 4 per la pertinenza nelle risposte. Nel compito di matematica e fisica allo scientifico massimo 5 punti vengono assegnati all'analisi del problemi, 6 alla conoscenza delle strategie da adottare, 5 alla risoluzione le problema e 4 al saper argomentare le scelte. I docenti, quindi, dovranno specificare nel dettaglio i singoli punteggi assegnati: non sarà possibile, ad esempio, premiare al massimo una versione perché per il docente conta molto la resa in italiano, se poi il candidato non ha saputo rispondere correttamente ai quesiti proposti nel compito. L'obiettivo, in sostanza, è di dare maggiore oggettività alla valutazione andando a contrastare un fenomeno che va avanti da anni ormai e che vede le regioni del Sud brillare con 100 e 100 e lode alla maturità rispetto ai voti più bassi assegnati alle scuole del Nord che, invece, brillando decisamente di più nei test Invalsi e nelle prove internazionali Ocse. Un aspetto che probabilmente un governo che ha un ministro dell'Istruzione leghista non può tralasciare, considerando che un 100 e lode non incide solo sulla soddisfazione personale di chi lo riceve. Con un 100 e lode, infatti, si accede al premio per le eccellenze istituito nel 2007 dal ministero dell'istruzione, che ammonta a circa 350 euro, si ottengono le borse di studio e l'esonero dalle tasse universitarie per il primo anno e poi, mantenendo un buon ritmo di voti ed esami, l'esonero prosegue negli anni a venire. Tutti incentivi a proseguire gli studi destinati in maggior numero alle regioni con più lodi: stando ai risultati della maturità di giugno scorso, si tratta di Puglia, Umbria, Marche, Calabria, Abruzzo, Campania e Sicilia. 
IL DIVARIOEppure nel test Invalsi di maggio, svolto per italiano nel secondo anno delle superiori, il divario era enorme. Su una media nazionale di punteggio pari a 200, le regioni del Nord Ovest e Nord Est si attestano su 210 punti con picchi significativi in Lombardia, nella provincia autonoma di Trento, in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia. I punteggi delle regioni del Centro sono in media con quelli nazionali mentre tra le regioni del Sud e le Isole, scendono ben al di sotto della media italiana la Campania, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna. La regione con il punteggio più basso in assoluto è la Calabria. La distanza con la provincia di Trento, ad esempio, è di 34 punti. Eppure in Calabria quest'anno è stato assegnato il 2% delle lodi di tutta Italia, in Trentino Alto Adige solo lo 0,9%. 
Lorena Loiacono