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75mila precari senza stipendio da tre mesi

"Buco nel sistema informatico" che mette sul lastrico 75mila supplenti compresi 25mila con contratto annuale

25/02/2013
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La Tecnica della Scuola

P.A.

75mila supplenti pagati a stipendio zero da tre mesi, altri attendono ancora la busta paga del 2013, mentre 25mila incaricati annuali non hanno ricevuto un euro insieme quasi diecimila prof e Ata che non percepiscono salario da dicembre e perfino da novembre. La Flc- Cgil intanto,e di fronte a tanta ignavia, ha organizzato per il 27 febbraio un incontro al Miur insieme agli altri sindacati della scuola che accusano i ministri dell’Istruzione e del Tesoro di essere “indifferenti e incapaci di difendere la scuola”.
La causa di tanto sfacelo sta nella decisone, presa all’interno della famosa spending review, di affidare al Ministero dell’Economia, dal primo gennaio 2013, i pagamenti dei supplenti, togliendo così alla scuole il compito di farlo.
Ma fatta la legge trovato l’inganno nel sistema informatico che dovrebbe gestire i pagamenti e che non funziona a dovere, a tutto danno dei lavoratori della scuola che in attesa degli aggiustamenti non sanno come andare avanti.
E così, a sei mesi dalla spendig review, regna il caos organizzativo mentre le scuole e gli insegnanti fanno la fame. “Il punto è che in sede di previsione i tecnici hanno sottostimato la spesa per le supplenze tanto che sono già andati esauriti i 196 milioni di euro stanziati nel 2013 e i 37 milioni di euro come saldo di dicembre 2012. Alcuni istituti hanno anticipato con la cassa il pagamento del mese di dicembre”, si dice dalle parti del Miur .
Il ministro aveva promesso, dice il Fatto quotidiano, che il 12 febbraio ci sarebbe stata un’emissione “speciale”. Poi è saltata e l’erogazione è stata rimandata al lunedì successivo. Entro le ore 18 di quel giorno le scuole avrebbero dovuto caricare online i dati del singolo supplente. Ma un ulteriore incidente ha fatto saltare l’appuntamento: diecimila istituti nelle stesse ore hanno fatto l’accesso allo stesso server e il sistema informatico è andato subito in tilt. Interruzioni, malfunzionamenti. Alla fine non si sa più chi è stato pagato e chi no, mentre prendere contatti con il Miur è un’impresa, ottenere risposte impossibile.
E una maestra supplenti di Milano raconta: “Ho chiamato il ministero, mi hanno detto di inviargli una mail, l’ho fatto e come me tanti altri, ma nessuno ha ricevuto risposte”. Poi, l’ennesimo ritardo. Alle ore 15 del 18 febbraio arriva una mail collettiva a tutte scuole italiane in cui si avvisa di inserire anche i rimborsi di novembre, dicembre e la tredicesima. Non tutte le scuole però si accorgono per tempo e perdono il turno. “I miei risparmi sono all’osso – conclude l’insegnante -. Ho aspettato, ora non ce la faccio più”. In teoria dovrebbe percepire un salario da 1290 euro mensili, ma non sa ancora se la sua richiesta di rimborso sia andata a buon fine e tantomeno quando vedrà arrivare il prossimo stipendio. Testimonianze analoghe arrivano anche da due direttori scolastici, uno di Fiorenzuola, nel piacentino, l’altro di Rozzano, alle porte di Milano: “Nessuno ci ha aggiornato sul nuovo sistema, abbiamo mille difficoltà”.


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