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Unità-Bologna: Caos supplenze, presidi in rivolta

Dopo i tagli del ministero a rischio le sostituzioni brevi. Le scuole: pagheremo in ritardo

18/03/2006
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l'Unità

LE SUPPLENZE SI FARANNO. Scuole in rivolta dopo i tagli del ministero ai fondi per le supplenze (11 milioni di euro in meno per l’Emilia-Romagna). che mettono a rischio tutte quelle che non siano per maternità o lunghe malattie. «Noi garantiremo il diritto all’istruzione, quindi nomineremo i supplenti», hanno deciso ieri i presidi dopo un incontro con il direttore del Csa Paolo Marcheselli. Ma i soldi non ci sono, e se anche il ministero correggesse la rotta con una variazione di bilancio non arriverebbero prima di giugno.
«I supplenti li nomineremo - spiega Vittorio Biagini, presidente dell’associazione scuole autonome - vorrà dire che i pagamenti verranno procrastinati, abbiamo intenzione di interpellare dei giuristi contabili per non essere attaccabili».
Questa dunque la risposta alla direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Lucrezia Stellacci, che per fare fronte all’emergenza aveva suggerito di accorpare le classi durante le assenze brevi di insegnati. Ai presidi dubbiosi, soprattutto alle materne, per le classi già troppo numerose aveva ribattuto: o così, o fate voi. I dirigenti scolastici però non ci stanno. «Cosa significa, “fate voi?” - si chiede Biagini - noi facciamo parte di un sistema. La situazione è abbastanza grave, e la circolare della Stellacci l’ha peggiorata. La direzione regionale si è comportata da vertice, e non da coordinatrice in un problema complesso». Rincara il presidente del collegio dirigenti di Bologna, Domenico Altamura: «Ci hanno trattato quasi come una “controparte”, invece di aiutarci». Un comportamento tanto più anomalo, se si si pensa che «il problema non può certo essere scaricato solo su di noi, è una questione che interessa tutta la città - ragiona la preside del Righi Maria Sabatino - i soldi che mancano vanno trovati insieme».
Insomma quello che presidi e docenti lamentano, «ancora una volta», è «l’assenza di un tavolo di concertazione». Soprattutto in questo caso: perché «queste sono spese che esistono, e non si possono cancellare» ragiona Biagini. I presidi allora pensano a una diversa ridistribuzione dei fondi, «magari privilegiando gli istituti comprensivi rispetto alle superiori, dove il problema è minore» spiega Biagini.
Sul caos supplenze è intervenuto ieri anche Marcheselli. Secondo cui vanno rispettati i diritti di tutti, quelli degli studenti ad avere il supplente, come quelli dei supplenti a essere pagati e «tali diritti non devono essere in conflitto tra loro». Per questo Marcheselli chiede al ministero «di fare sapere al più presto se almeno in giugno può mettere a disposizione i fondi», intanto si potrebbe «avvisare i supplenti che gli stipendi sono posticipati, in modo che siano liberi di scegliere se accettare o meno». Bocciata invece la “soluzione” degli accorpamenti: «Quest’anno è più difficile che in passato, le classi sono già numerose». Adriana Comaschi


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