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Un preside: «Non farò chiamate dirette»

Primo caso in Italia, la nuova polemica nasce al «Di Capua» di Castellammare.

07/08/2016
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Corriere del Mezzogiorno

Di Angelo Lomonaco

Mentre continuano le proteste sulle assegnazioni di sede, un dirigente scolastico campano apre un nuovo fronte polemico su un tema ancora più delicato: le chiamate dirette. Michele Manzi, responsabile dell’istituto comprensivo «Di Capua» di Castellammare, in una comunicazione pubblicata sul sito della scuola, ha reso noto che «non è nelle condizioni di predisporre un motivato avviso attraverso il quale individuare i docenti trasferiti o assegnati all’ambito territoriale ai quali conferire gli incarichi e non è nelle condizioni di prendere in considerazione alcuna candidatura». Anzi, aggiunge, rimarrà in attesa dell’assegnazione che sarà effettuata dall’Ufficio scolastico regionale per la Campania di due posti per un insegnante di educazione artistica e uno di educazione tecnica nella scuola media. Perché il dirigente ha deciso di non fare ricorso alle sue nuove prerogative? Dalle lunghe spiegazioni in burocratese elencate in premessa sembra emergere la volontà di non aderire a una linea che parecchi dirigenti non condividono. Del resto le motivazioni formali addotte costituiscono verosimili impedimenti e ostacoli. Nei fatti il direttore Manzi ha preso le distanze anche dalla surreale scelta di due suoi colleghi toscani che, abusando della vaghezza normativa sulla materia, hanno chiesto video che dovrebbero contenere le motivazioni dei docenti per avere l’incarico e mostrare il candidato a figura intera (non a mezzobusto). I due casi sono già finiti nelle Procure di Pistoia e di Prato nonché sul tavolo del ministro dell’Istruzione. Sicuramente la questione non finirà qui.

Intanto però si profila un ulteriore allargamento della polemica su graduatorie e sedi. Mercoledì sono stati infatti pubblicati i trasferimenti per la scuola media e quelli per la superiore sono previsti per sabato 13. Nella scuola per l’infanzia gli spostamenti connessi alle assegnazioni di sede dei nuovi assunti ha già comportato 743 movimenti in Campania, 413 dei quali a Napoli. Nella primaria i movimenti nella regione sono stati 2.189, oltre metà dei quali nella provincia del capoluogo. Nelle medie gli spostamenti nella regione sono 1.980 e a Napoli 1.048. I numeri, insomma, prendono sempre maggiore consistenza. E nel frattempo arriva la conferma che qualcosa non ha funzionato con il cervellone (o il software) ministeriale. A parte gli errori rilevati nei giorni scorsi dai docenti trasferiti, a Napoli sono spuntati alcuni casi paradossali. Per esempio quello di un insegnante di sostegno nato nel 1974 che ha ottenuto la sede alle medie, a Napoli, con 775 punti. Ma il punteggio è legato agli anni di servizio e lui avrebbe dovuto accumulare 85 anni di supplenze per arrivare a quel livello. Invece un insegnante al primo anno a tempo indeterminato può accumulare al massimo 9 punti svolgendo il servizio in isole o zone montuose disagiate.


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