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Umbria. I bidelli si fermano, le scuole rischiano

Niente straordinari i presidi costretti a limitare le attività

03/03/2014
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Il Messaggero

di Lucilla Piccioni

«I nostri bidelli hanno aderito al blocco degli straordinari. Non posso continuare a parlare, sono le 13.30 e si deve chiudere la scuola. Mi scusi ci sentiamo lunedì». Cortese ma obbligata a tagliare corto.

Al polo comprensivo Campomaggiore tutti i bidelli hanno deciso di attuare la forma di protesta che li vede rifiutare gli straordinari, è successo anche in un altro polo comprensivo ternano quello della Marconi e pure al circolo San Giovanni e al comprensivo di Baschi e Montecchio.

Nelle altre scuole sono in programma delle assemblee per studiare una forma di lotta comune.
Una vera rivoluzione perché i collaboratori scolastici sono molto pochi rispetto alle reali esigenze, ne servirebbero almeno il doppio, per cui per portare avanti la normale attività scolastica, fino ad ora, si è fatto ricorso agli straordinari. Servono gli straordinari per tenere aperte le scuole di pomeriggio, per permettere i collegi docenti, i ricevimenti dei genitori, per poter svolgere le attività previste dal piano dell'offerta formativa, che sono poi quelle che fanno la differenza soprattutto nelle scuole dello stesso ordine.

E servono gli straordinari per permettere ai bidelli di pulire le scuole. «Questo della pulizia è il primo inconveniente che ci troviamo di fronte - sottolinea Claudio Guerrini dirigente del circolo San Giovanni - i tempi non ci sono, fino ad ora abbiamo utilizzato proprio gli straordinari per garantire la pulizia della scuola. Anche i collegi docenti vanno fatti tenendo l'occhio fisso sull'orologio. Non si può sforare. Abbiamo dovuto rinunciare pure all'apertura pomeridiana degli uffici di segreteria. Si garantisce l'essenziale, lo stretto indispensabile».

Tempi contingentati per tutto. Potrebbe essere a rischio anche un altro servizio utilissimo per le famiglie: il pre e post scuola ossia la possibilità di lasciare e riprendere i propri figli poco prima e poco dopo l'inizio e la fine delle lezioni. « Anche per questo servizio serve una vigilanza da parte dei bidelli che rischiamo di non poter garantire», conferma Guerrini.

A scatenare il putiferio la richiesta da parte del Ministero di restituire i soldi avuti in busta paga per le attività aggiuntive arrivata al personale Ata , gli addetti di segreteria, ed ai collaboratori scolastici. La richiesta è retroattiva e parte dal 2011 ci si troverebbe a dover restituire da 1800 a 3000 euro a seconda dei ruoli. E oltretutto per un lavoro svolto ed in più rispetto a quello stabilito dal contratto.

«Abbiamo già spedito una diffida al Miur e al Ministero dell'Economia e Finanza da qui poi partirà la vertenza perché è assurdo dover restituire dei soldi per attività già effettuate per svolgere le quali il personale ha anche frequentato dei corsi di aggiornamento», stigmatizza Tommaso Dionisi della Cgil scuola.


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