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Scuola, per fare i prof in 5mila al Nord dalla Campania

Disponibili solo 6mila cattedre e i precari da stabilizzare sono oltre 11mila

18/08/2015
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Corriere del Mezzogiorno

Di Angelo Lomonaco

NAPOLI - Sono cinquemila i professori campani che saranno costretti a emigrare. Sotto gli ombrelloni, sulle spiagge, nei bar, l’argomento è più che mai all’ordine del giorno. «Tu pensi di farcela a restare a Napoli? Io temo di no...». «Non so cosa fare, forse dovrò prendere casa. Ma con la bambina come farò?». La «buona scuola» sta rovinando le vacanze dei prof precari ai quali la Corte di Giustizia europea ha recentemente restituito la speranza di entrare finalmente in ruolo. In attesa di tornare a casa — all’attuale casa — gli insegnanti campani sono tormentati dai dubbi sul futuro. Alcune migliaia nei prossimi mesi dovranno traslocare nelle grandi regioni del Nord, qualcuno più fortunato nel Lazio. Sarà questo l’effetto del piano straordinario di assunzioni varato dal governo più in conseguenza della sentenza a favore dei precari della Corte europea che sulla base della volontà riformistica di Renzi. E non è detto nemmeno che i numeri alla fine non siano più alti. «Sono almeno 4.859 gli insegnanti che saranno costretti ad andare a lavorare fuori regione, ma non si sa ancora quanti arriveranno qui e quindi quanti altri campani dovranno trasferirsi altrove», spiega Enrico Grillo, segretario regionale della Flc Cgil.

Come si arriva a questi numeri? Nelle graduatorie a esaurimento, innanzitutto, c’erano 22.403 insegnanti, altri 6.009 nelle graduatorie di concorso. Dopo le prime due fasi del programma ministeriale (cosiddette 0 e A, per la saturazione dell’organico di diritto su posti vacanti e disponibili) i professori rimasti nelle graduatorie in Campania sono 15.327, dei quali 544 saranno utilizzati come insegnanti di sostegno. Restano quindi «in gioco» 14.783 docenti, dei quali però solo 11.142 hanno presentato domanda per l’immissione in ruolo, quindi ben 3.600 hanno probabilmente rinunciato del tutto. Quando sarà attivato il cosiddetto «organico potenziato», a fine anno, a contendersi 6.283 posti — 5.314 comuni e 691 di sostegno — saranno appunto gli 11.142 candidati, oltre metà dei quali napoletani, circa duemila salernitani, altrettanti casertani, il resto di Avellino e Benevento. I 4.859 esclusi saranno certamente costretti a fare le valigie. «Su altri 500 campani pende la spada di Damocle di 400 insegnanti siciliani e 100 calabresi che hanno punteggi altissimi e che se non riusciranno a trovare posto nelle proprie regioni potrebbero ottenerlo in Campania a loro discapito», fa notare Grillo. Che aggiunge: «Da altre regioni arriveranno anche alcuni insegnanti per posti di strumenti musicali e di cinese non coperti». Un vero paradosso considerato che in Campania ci sono Conservatori musicali in ogni provincia e a Napoli dal 1732 è attiva l’Università L’Orientale nata come Collegio dei Cinesi.

La Federazione dei Lavoratori della Conoscenza ha elaborato previsioni accurate anche per le singole aree disciplinari. Accurate ma poco confortanti. Scarse, infatti, sono le prospettive di trovare posto in Campania per i precari delle classi di concorso A043 e A050, cioè materie letterarie alle scuole medie e alle secondarie. Per loro c’è spazio solo nel «profondo Nord», come dice Grillo. Principalmente in Piemonte, dove sono disponibili 878 posti comuni e 1.095 di sostegno, in Veneto e in Lombardia. Una manciata di posti c’è anche nel Lazio. Centocinquanta docenti di tedesco campani potranno entrare in ruolo da Roma in su, come 500 insegnanti di materie scientifiche.

L’eventualità di essere costretti ad accettare il trasloco pur di ottenere l’agognata cattedra non è l’unico motivo di agitazione sotto gli ombrelloni. Il meccanismo di «scelta» delle destinazioni, così come è stato predisposto, comporta la concreta possibilità che i prof più anziani ed esperti siano costretti ad accettare una sede lontana mentre gli ultimi arrivati, che rientreranno nell’organico potenziato che sarà definito dopo, potrebbero restare a casa propria. «Questo — dice Grillo — fa arrabbiare moltissimo i docenti. Noi abbiamo fortemente criticato il piano per le modalità previste e abbiamo proposto correttivi ma non sono stati accolti. Eppure più e più volte abbiamo eccepito cosa significa far spostare un precario storico, che ha mediamente circa 50 anni e ha famiglia, a centinaia di chilometri dalla propria residenza e oltretutto con uno stipendio bloccato dal 2007».

Almeno tutto questo servirà a far cominciare l’anno scolastico con gli organici a punto? Dovrebbe. Ma i problemi non mancheranno, sostengono i sindacalisti della Flc Cgil, perché non è stata prevista l’immissione in ruolo del personale Ata, tecnici e ausiliari che hanno maturato lo stesso diritto dei docenti nelle stesse condizioni ma rischiano essere scalzati dagli ex dipendenti delle Province. E la tensione è molto alta anche sul nuovo contestatissimo ruolo dei presidi che, commenta Grillo, «non piace neppure a molti di loro».