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Repubblica/Palermo: Prof e genitori bocciano la riforma Moratti

Due monitoraggi mostrano un diffuso scetticismo sulle novità: non piacciono il tutor e l´ingresso in classe a cinque anni

26/04/2006
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la Repubblica

Genitori e insegnanti siciliani bocciano la riforma Moratti. Dopo due anni di mini-sperimentazione e un anno di applicazione, la nuova scuola materna, elementare e media non sembra riscuotere successo, almeno nell´Isola. A confermarlo due monitoraggi: il primo commissionato dall´Irre (l´Istituto regionale per la ricerca educativa) agli Atenei di Catania e Messina; il secondo - più riservato - consegnato al ministro dell´Istruzione dal direttore dell´Ufficio scolastico regionale, Guido Di Stefano.
Da quest´ultimo giro di orizzonte, che ha coinvolto un campione del 50 per cento delle scuole siciliane, arrivano le maggiori sorprese. «Molte le criticità avvertite - avverte Di Stefano - Alcune riguardano questioni strutturali e finanziarie, altre elementi della riforma percepiti come forieri di ansia e problematicità; tra queste si segnala l´individuazione del docente cui attribuire le funzioni tutoriali e le modalità di espletamento delle stesse». Infatti, uno dei capisaldi della riforma (il tutor) non riesce a decollare. Soltanto in una scuola elementare su tre la funzione viene svolta da un solo docente, come stabilisce la riforma. In parecchi casi è svolta da più docenti o da nessuno. Ma il giudizio più pesante sulla riforma arriva da coloro che hanno dovuto applicarla: gli insegnanti. E i numeri parlano chiaro. Nella scuola primaria, ad esempio, nell´89 per cento dei casi le «criticità» vengono attribuite al tutor e al modello organizzativo.
Insomma, una bocciatura, confermata dal monitoraggio "Sulla percezione della riforma scolastica nella scuola primaria da parte di genitori e docenti" dell´Irre: 369 genitori e 130 insegnanti hanno compilato un questionario esprimendo ciascun giudizio con un voto da 1 a 10. Poche le sufficienze espresse. Particolarmente criticato l´ingresso in prima elementare a cinque anni e mezzo. Secondo i genitori, «toglie tempo al gioco» e rischia di «etichettare il bambino: genitori troppo esigenti e/o bambino poco dotato». Sfiducia anche sulla «realizzabilità concreta» dell´insegnamento della lingua inglese e dell´informatica.
s. i.


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