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La Sicilia-A rischio 150 posti

A rischio 150 posti L'allarme nel mondo della scuola non accenna a placarsi. Sull'orlo di una crisi di nervi ci sono vari organismi che si trovano in una situazione di rischio ed attendono i risv...

01/11/2002
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La Sicilia

A rischio 150 posti

L'allarme nel mondo della scuola non accenna a placarsi. Sull'orlo di una crisi di nervi ci sono vari organismi che si trovano in una situazione di rischio ed attendono i risvolti della Finanziaria del governo nazionale. Sul banco dei "decurtati" ci sono i precari fino all'anno scorso impiegati come personale Ata con incarico di supplenza. L'orientamento ministeriale sembra orientato alla privatizzazione dei servizi che i Csa (gli ex provveditorati agli studi) a livello provinciale devono erogare.
In pratica affidando, ad esempio, la pulizia delle scuole ad enti privati si potrebbe ottenere un taglio alle spese di gestione registrate negli anni scorsi; questo a svantaggio di tutti quei precari che speravano in nuovi incarichi temporanei per lo svolgimento di queste mansioni.
Se la Finanziaria dovesse essere approvata con le indicazioni attuali, in provincia di Agrigento sarebbero 150 i posti da coprire con la procedura dell'appalto. Di contro, svanirebbe la speranza di occupazione dei 150 precari che risultavano in prima linea nelle graduatorie e delle centinaia di unità lavorative che ne attendevano lo scorrimento e l'incarico in momenti successivi dell'anno scolastico. Nessun rischio, invece, per il personale Ata assunto a tempo indeterminato, in servizio fin dall'inizio dell'anno.
"Il problema del personale non docente è complesso - dice il direttore del Csa, Nicolò Lombardo - ma non potrà essere chiarito e risolto fino a quando la Finanziaria non sarà approvata. Senza conoscere il testo definitivo dello strumento finanziario non potremo capire i reali effetti sul territorio. Penso, comunque, che il contesto oggi più sconquassato sia quello del personal docente. Bisognerà vedere in che modo i tagli ipotizzati dal Governo saranno ammortizzati, cioè a dire se saranno compiuti dei tagli indolore. Il criterio che il ministero sembra seguire è quella del risparmio sul personale docente, ma ci sono vari modi per ottenerlo. Faccio un esempio, se in tutte le scuole si svolgessero cinque-sei ore piene, cioè di sessanta minuti ciascuna, anziché svolgerne 7 ma con orari fittizi, la qualità del servizio non verrebbe intaccata, ma si abbasserebbero i costi. Questo, d'altra parte, penalizzerebbe il personale docente".
E a rischio sono gli insegnanti delle scuole elementari. Nel caso in cui venga approvata la riforma che prevede l'inserimento dell'insegnante "prevalente" (o unico, come succedeva fino a qualche anno fa primo dell'ingresso dei moduli didattici) molti insegnanti nella nostra provincia si ritroverebbero in uno status di precari.
Su questi argomenti si esprimono allarmati i sindacati. Emanuele Arcadipane della Uil: "Bisogna che ci sia la volontà politica per una soluzione di problemi che riguardano moltissimi precari tra personale non docente e docente. Ci saranno incontri per tutto il mese di novembre, in attesa che da Roma arrivino dei chiarimenti".
E lo Snals ha incontrato in delegazione lunedì il direttore generale siciliano, sollevando varie questioni. "Abbiamo sollevato le nostre perplessità sullo stato confusionale che in questo momento vive anche la scuola siciliano - dice il segretario provinciale Giuseppe Crapanzano -. Si è parlato anche dei bidelli precari e degli insegnanti per capire quali siano le possibili via d'uscita".
Intanto, lunedì a Caltanissetta si sè svolto un incontro tra la direzione scolastica regionale e i direttori dei Csa provinciali, servito da cerimonia di insediamento del dott. Di Stefano che ha reso nota la sua "squadra". Nessuna novità sul fronte agrigentino, Lombardo ha preferito rimanere in una sede territoriale, rifiutando la vice presidenza.
Fabio Salemi


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