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Il Piccolo/Trieste: Presidi cittadini contrari agli esami di riparazione: «Si torna indietro di 13 anni»

Viene messa in discussione l’autonomia»

10/10/2007
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Il Piccolo

I
Già da quest’anno, chi non riuscirà a saldare i debiti scolastici verrà bocciato: gli esami di riparazione, da tempo finiti nel dimenticatoio, faranno nuovamente capolino, la prossima estate, negli istituti del Monfalconese, ma non senza polemiche. Il provvedimento, infatti, secondo alcuni presidi, non sarebbe attuabile a fronte della precarietà dei contratti di docenza e dalla necessità di reperire l’organico necessario a predisporre i test. Difficoltà, inoltre, si intravedono sul fronte organizzativo, visto che fino al 31 agosto la composizione effettiva delle classi, legata anche alle eventuali bocciature, resterà incerta. E gli studenti? Chi contava sulla promozione “regalata”, perché in bilico solo su qualche materia, storce il naso, ma c’è anche chi lo ritiene un provvedimento giusto: «Piuttosto che portarsi dietro delle lacune per i prossimi anni – afferma Elisa, una liceale – meglio recuperare subito, concentrandosi a fondo nello studio. In fondo è una chance in più». Decisamente di diverso avviso un altro studente, Marco: «Già studiamo durante tutto l’anno scolastico: sacrificare anche l’estate mi sembra davvero troppo. Praticamente non ci si ferma mai. E poi, se ti bocciano ad agosto, cosa hai capito? Che hai perso pure la consolazione della vacanza». Gli studenti delle scuole superiori che hanno contratto i cosiddetti debiti formativi, infatti, sono chiamati a colmare le proprie lacune entro il prossimo 31 agosto e comunque prima che inizi il nuovo anno scolastico. «Chi ha saldato andrà avanti, chi ha bisogno di più tempo si fermerà» ha annunciato nei giorni scorsi il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni. I vertici scolastici, intanto, appaiono critici: «Il decreto contiene senza dubbio degli aspetti positivi – esordisce il preside dell’Itc Einaudi, Marco Fragiacomo – perché pone un freno all’estensione dei debiti da recuperare e così facendo evita che lo studente si ritrovi, alla classe successiva, con deficit formativi eccessivi. Tuttavia credo ci potranno essere dei problemi nel reperire il personale da impiegare nel periodo estivo: noi ci stiamo già occupando il problema, perché i termini sono incalzanti». Le scuole, secondo quanto disposto da Fioroni, sono infatti chiamate a organizzare, subito dopo gli scrutini intermedi, interventi didattico-educativi di recupero per gli studenti che abbiano presentato insufficienze. Dopo i corsi di recupero, da tenersi nel corso dell’anno scolastico, gli studenti dovranno dunque affrontare delle verifiche intermedie per dimostrare di aver recuperato il debito. Dopo lo scrutinio finale, gli istituti organizzeranno ulteriori corsi di recupero, durante l’estate, per gli studenti che non hanno ottenuto la sufficienza in una o più discipline.
«Questo decreto ci fa tornare indietro di 13 anni – afferma Salvatore Simoncini, preside dell’Ipsia –, il ministro aveva già compiuto un passo indietro con il ripristino del vecchio esame di maturità, ora tocca all’esame di riparazione: ma il contesto non è più il medesimo e va sempre tenuta in debita considerazione la questione dell’autonomia. Intanto, la scuola non saprà, fino al 31 agosto, la composizione di una classe: cosa che inciderà non poco sulla programmazione di settembre. Inoltre bisogna riflettere sul fatto che, in questo istituto, il 25% degli insegnanti ha contratto a termine in scadenza il 30 giugno: chi terrà, dunque, questo corsi di recupero? Bisognerà poi tener conto che i genitori potrebbero anche voler rivolgersi alle lezioni private. Tutto sommato, in regione, il problema dei debiti era stato risolto con regolamenti interni, evidentemente in altre parti d’Italia non è stato così».
Tiziana Carpinelli


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