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Emilia Romagna. Primo giorno di scuola con polemiche

la Cgil attacca: il governo non ha concesso i mille docenti promessi per le zone terremotate. Per questo i sindacalisti di tutte le province e la segretaria regionale Raffaella Morsia lunedì si incateneranno a Roma davanti al ministero all’Istruzione

15/09/2012
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la Repubblica

 

Lunedì si parte. Errani: “Entro metà ottobre a pieno regime nelle zone del sisma”

ILARIA VENTURI


TRA i banchi, dopo il terremoto. Lunedì suonerà la campanella per 526.800 studenti in Emilia Romagna. Ma nelle zone colpite dal sisma le aule saranno tendoni o prefabbricati, si partirà in alcune scuole con doppi turni e attività alternative, tra cui stage e scambi all’estero. E in una decina di casi almeno, il primo giorno slitterà di giorni o di alcune settimane. «Entro metà ottobre l’attività scolastica andrà a regime », assicura la Regione.
Il presidente Vasco Errani parla di «una risposta corale non scontata», di un «risultato per la comunità» rispetto a un dramma che ha coinvolto oltre 65mila studenti, 52mila nelle scuole in area sismica. Ma la Cgil attacca: il governo non ha concesso i mille docenti promessi per le zone terremotate. Per questo i sindacalisti di tutte le province e la segretaria regionale Raffaella Morsia lunedì si incateneranno a Roma davanti al ministero all’Istruzione. «Per onestà e rispetto di chi vive nelle zone terremotate il governo avrebbe dovuto evitare falsi annunci e operazioni mediatiche ».
Al posto di mille cattedre e trenta milioni promessi a luglio, il ministero concederà insegnanti in più solo in base alle richieste delle scuole colpite dal sisma. Il governatore non ne fa una questione politica. «Non sono
interessato ad apparire, mi interessa la sostanza. Non chiederemo un docente o un euro più del necessario, ma quelli di cui avremo bisogno dovranno essere concessi. A noi interessa che ci sia la piena corrispondenza tra le esigenze delle scuole e la risposta del ministero, questo è il punto».
Su questo il ministro Francesco Profumo si è impegnato. Il direttore dell’ufficio scolastico regionale Stefano Versari raccoglierà le richieste dei presidi in più giorni, a cominciare dal 18 settembre, «per calmare le ansie».
«Una procedura che non crea danni alle scuole, anzi è una risposta alle necessità del momento », spiega. La Cgil invece parla di «un sistema burocratico che non dà risposte immediate», di «gioco furbesco del ministero ». I sindacati raccontano anche di situazioni in cui vengono chiesti soldi alle famiglie per le attività extrascolastiche che sostituiranno temporaneamente le lezioni e per i trasferimenti nei plessi agibili. Lunedì l’assessore regionale Patrizio Bianchi porterà in Giunta la delibera che prevede aiuti, per 500mila euro, ai Comuni sul trasporto scolastico. La diretta web del primo giorno di scuola (www. scuolaer. it) sarà con Bianchi e Versari dalle elementari di Cavezzo, mentre Errani sarà a Cento. A Bologna, dove si riparte con 75 cantieri aperti nelle scuole, tornano tra i banchi 110.781 studenti. «Un grande in bocca al lupo», dice il «provveditore» Maria Luisa Martinez nel suo messaggio al mondo della scuola. E «un grazie a chi ha permesso la riapertura delle scuole nelle zone terremotate» dando così «senso di serenità e stabilità a una comunità straziata

 


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