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Corriere-in Lombardia sciopero il 18 marzo

La Cgil: "C'è un impegno per salvare 450 posti su 1.185". La Cisl: "Aumentano le iscrizioni, diminuiscono gli insegnanti" Tagli delle cattedre, scuola in piazza Incontro fallito tra direttore r...

27/02/2002
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Corriere della sera

La Cgil: "C'è un impegno per salvare 450 posti su 1.185". La Cisl: "Aumentano le iscrizioni, diminuiscono gli insegnanti"

Tagli delle cattedre, scuola in piazza

Incontro fallito tra direttore regionale e sindacati: sciopero il 18 marzo

MILANO - Incontro fallito, la scuola sciopera. Tutti a casa il 18 marzo. O in piazza, per la manifestazione organizzata a Milano dai sindacati. Ieri pomeriggio Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno visto ancora una volta il direttore regionale scolastico Mario Giacomo Dutto e, quello che doveva essere un "tentativo di raffreddamento del conflitto" è tornato ad essere uno scontro aperto, che porta direttamente allo sciopero generale di tutta la scuola lombarda, annunciato la settimana scorsa contro il taglio delle 1.185 cattedre deciso dal Governo. "Avevamo chiesto un ritorno alle prime tabelle di tagli, - spiega Wolfango Pirelli, segretario regionale della Cgil scuola - ci hanno risposto con una serie di spostamenti, che avrebbero salvato 450 posti: troppo pochi rispetto alle necessità della nostra scuola". Che, secondo i primi dati delle iscrizioni per il prossimo anno 2002-2003, conta quasi novemila alunni in più, "e invece - sottolinea il segretario regionale della Cisl scuola Renato Capelli - il Governo ci vuole dare meno insegnanti". Nel primo progetto di eliminazione delle cattedre studiato dal Governo nei primi giorni di gennaio per tutte le regioni italiane, infatti, il conteggio faceva riferimento solo al numero degli alunni: ad un tot di studenti doveva corrispondere un tot di insegnanti. Con questo sistema, la scuola lombarda avrebbe subìto un taglio di soli 475 posti, senza toccare però la scuola elementare, che anzi avrebbe avuto 96 insegnanti in più. Nelle ipotesi successive, circolate dalla seconda metà di gennaio in poi, insieme con il conteggio degli alunni sono stati aggiunti dei nuovi parametri: "indicatori di disagio socio-economico" che fotografano ogni singola regione in base al funzionamento delle sue istituzioni. Parametri che, denunciano i sindacati, "penalizzano fortemente la scuola lombarda, perché risulta più ricca e con meno problemi di altre realtà, senza però tenere conto di altri indicatori come l'alto tasso di alunni stranieri e delle particolari situazioni nelle zone di montagna". E proprio in base agli indicatori di disagio, la Lombardia ha ottenuto 1.185 cattedre in meno. Che significa, spiegano ancora i sindacati, "il rischio di veder saltare tutti quei progetti innovativi della nostra scuola, come il tempo pieno alle elementari e alle medie, minando la sua qualità e il servizio offerto alle famiglie".
Da qui, la protesta dei sindacati contro il direttore scolastico Dutto, "colpevole di non aver fatto nulla per difendere la scuola lombarda". Ieri pomeriggio, il fallimento dell'ultima trattativa. "Dovevamo arrivare ad un accordo, - racconta ancora Pirelli - ma la direzione scolastica ha detto che le tabelle non si cambiano e rimane il taglio di 1.185 posti". Quindi, il 18 marzo tutta la scuola lombarda si fermerà e scenderà in piazza a Milano per manifestare.
Claudia Voltattorni
LO SCONTRO
Scuola, sciopero il 18 marzo contro i tagli delle cattedre

Incontro fallito, la scuola sciopera. Tutti a casa il 18 marzo. O in piazza, per la manifestazione organizzata a Milano dai sindacati. Ieri pomeriggio Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno visto il direttore regionale scolastico Mario Giacomo Dutto e quello che doveva essere un "tentativo di raffreddamento del conflitto" è tornato ad essere uno scontro aperto, che porta direttamente allo sciopero generale di tutta la scuola lombarda annunciato la settimana scorsa contro il taglio delle 1.185 cattedre deciso dal governo. "Avevamo chiesto un ritorno alle prime tabelle di tagli - spiega Wolfango Pirelli, segretario regionale della Cgil scuola -, ci hanno risposto con una serie di spostamenti, che avrebbero salvato 450 posti: troppo pochi". Nella prima ipotesi di eliminazione delle cattedre prevista dal governo, infatti, il conteggio faceva riferimento solo al numero degli alunni e la scuola lombarda avrebbe subito un taglio di soli 475 posti. Nelle ipotesi successive, fino all'ultima che ne elimina 1.185, sono stati aggiunti anche degli indicatori economici. Da qui, la protesta dei sindacati contro il direttore scolastico Dutto, "colpevole di non aver fatto nulla per difendere la nostra scuola". Poi, la proclamazione dello sciopero generale regionale, che, dopo il fallimento delle ultime trattative di ieri, fermerà tutta la scuola lombarda il 18 marzo.