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C'è qualcuno che segnalerà?

Anna Pizzuti

22/03/2009
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Si erano vergognati anche loro (o, almeno, una parte di loro) di quello che
stavano facendo. Ma, a quanto pare, nonostante le rassicurazioni, il
"rischio fiducia" sul decreto sicurezza è più vicino. Nonostante le
rassicurazioni. Che poi, a pensarci bene, delineavano uno scenario anche
peggiore. "Non c'è obbligo di denuncia o di segnalazione: la farà solo chi
vorrà" come a dire: se proprio uno non trattiene i propri istinti o
frustrazioni, può sfogarli.
Ed è suonata la campana anche per gli insegnanti. In quanto pubblici
ufficiali, se la clandestinità è un reato, sono costretti a denunciarla. Di
fatto, potrebbero anche incorrere nel reato di omissione di atti di ufficio,
se si rifiuteranno. E non c'è possibilità di obiezione di coscienza.
La si può rigirare come si vuole, si può minimizzare, ma le varie norme del
decreto si incatenano l'una all'altra.
Reato clandestinità vuol dire che non si iscrivono i figli nemmeno
all'anagrafe. E poi si fa finta di indagare sui bambini scomparsi nei vai
CTP. Reato clandestinità, unito all'abolizione della tutela del segreto
nelle cure vuol dire che non si andrà più nemmeno al pronto soccorso. E
nemmeno a scuola, ovviamente.
Per motivi che non sto a dire, negli ultimi anni ho studiato
approfonditamente le vicende degli ebrei stranieri che - o residenti o
profughi dal nazismo - vivevano in Italia negli anni trenta e che poi, allo
scoppio della guerra, furono internati nei vari campi o nelle località.
Molti di loro, insieme agli ebrei italiani, furono serviti su un piatto
d'argento ai nazisti, visto che già dal 33 furono schedati e rischedati, e
censiti, prima, appunto, di essere rinchiusi. Eppure, durante l'internamento
ed anche sotto la cosiddetta repubblica di Salò, ebbero garantite (secondo
il capriccio della burocrazia, ovviamente) le cure mediche di base. E furono
proprio i medici che contribuirono a salvarne tantissimi o a tutelare un
minimo di diginità personale di molti di loro.
Non è un paragone estremo, quello che sto facendo. Come furono in pochi a
vedere allora, altrettanto in pochi, mi sembra, siamo diventati adesso.
E quando si celebra la giornata della memoria, e tutti a ripetere: perchè
questo non accada mai più, si pensa ai lager ( e come è facile, come mette a
posto la coscienza) e non , evidentemente, a quanto altro si può fare,
quando l'animo, oltre che il cervello, si chiude. E diventa ottuso.
Anna