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Repubblica/Palermo: La scuola sgarrupata che boccia sè stessa

Al secondo anno del giro di vite voluto dal ministro Fioroni per sanare la vergogna dei debiti non saldati, i debitori stanno tutti lì a ricontrarre debiti. Se uno ha la febbre a quaranta, hai voglia a dargli scappellotti per fargliela passare.

04/07/2009
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la Repubblica

Maurizio Muraglia

Davanti al giornalaio. «Voi professori adesso sì che siete tornati ad essere importanti». «Sì, e perché?». «Come perché? Non sa che 29 mila studenti delle superiori non sono stati ammessi agli esami di maturità?». «Ah, e questo ci farebbe essere più importanti?». Il mio interlocutore, che di mestiere fa l´ingegnere ed è persona culturalmente non sprovveduta, rimane interdetto, direi giustamente. Egli è convinto che più si boccia nella scuola più la scuola è seria e i professori riacquistano credibilità.
Repubblica ci ha riconsegnato nei giorni scorsi la catastrofe degli studenti delle superiori palermitane, naturalmente con quelli dei tecnici e dei professionali in pole position. Al secondo anno del giro di vite voluto dal ministro Fioroni per sanare la vergogna dei debiti non saldati, i debitori stanno tutti lì a ricontrarre debiti. Se uno ha la febbre a quaranta, hai voglia a dargli scappellotti per fargliela passare.
Già due anni fa ebbi modo da queste colonne, con scarsi risultati per la verità, di osservare che la questione dell´insuccesso scolastico, a Palermo, soltanto per pochi viziati poteva essere affrontata attraverso un irrigidimento del momento valutativo finale, che misura ma non guarisce la febbre.Peraltro nei licei classici e scientifici, dove non pare vero esercitare il massimo del rigore, la lotta all´arma bianca tra scuole e famiglie la conoscono bene gli avvocati che lavorano su montagne di ricorsi. Per l´immensa plebe dei tecnici e dei professionali, che i ricorsi non li fanno perché li perderebbero certamente, promuovere con debiti o sospendere la promozione fa scarsa differenza. Alla fine l´ignoranza rimane tale e sta alla bontà dei consigli di classe staccare il respiratore o tenerlo attivo fino al diploma.
Chi all´epoca inneggiava al giro di vite forse non aveva mai visto uno studente-tipo dei nostri istituti professionali. Non si era mai chiesto che vita facesse, che peso avesse l´istruzione per la sua famiglia, per il suo ambiente, quanti libri fossero presenti a casa sua. Chi inneggiava - e ahimé inneggia ancora - alle misure restrittive anti-debiti forse aveva perso di vista il peso che viene dato all´istruzione dai nostri enti locali. Pensiamo ad esempio alle condizioni disastrose in cui versano le scuole elementari e medie, che dipendono dalle casse del Comune. Non so quanti si siano accorti che tante scuole hanno dovuto ricorrere alle collette delle famiglie persino per comprare i detersivi e la carta igienica. Ora, si farebbe davvero fatica a non istituire un nesso qualsiasi tra le condizioni dei nostri ragazzi debitori del primo e del secondo anno delle superiori e le condizioni delle nostre scuole medie da cui provengono. Ma questo livello di riflessione il signore incontrato all´edicola non può attivarlo. E la politica ministeriale certamente da lui ottiene consenso.
Il problema serio è che le condizioni della scuola del Sud sono disastrate, i livelli di cittadinanza del Sud sono altrettanto disastrati e non si vedono all´orizzonte se non tagli. Poi all´esame di Stato il ministero propone ai ragazzi dei licei pedagogici una traccia sul valore formativo dello studio della Costituzione. Ho letto con attenzione elaborati in cui i ragazzi si sono nobilmente sforzati di dire quanto sia importante conoscere diritti e doveri ed esercitare la cittadinanza attiva. Sono ragazzi che hanno trascorso tante ore senza nessun rappresentante dello Stato che si occupasse di loro, perché lo stesso ministero che manda simili tracce non prevede più che esistano docenti disponibili a coprire un assente. Ore di noia trascorse senza nessuno. Entrate posticipate. Uscite anticipate. Tempo didattico dissipato. L´assente è giustamente pagato, i ragazzi saranno giustamente stangati se le famiglie non hanno il portafogli che consente di sopperire alle voragini della preparazione scolastica.
Quei ragazzi cinicamente sanno di dovere scrivere quanto è bello essere cittadini perché, se lo scriveranno bene, potranno avere un buon punteggio. Poi si diplomeranno e cominceranno a vagabondare tra una facoltà e all´altra - o peggio tra una segreteria politica e l´altra - in cerca di una prova tangibile che quel che scrissero alla maturità avesse un minimo fondamento.
E dunque, come dice l´uomo dell´edicola, i professori sono davvero diventati importanti perché bocciano di più e perché mettono il loro timbro allo sfacelo in cui i nostri bambini e i nostri ragazzi sono costretti a studiare, loro che già di studio ne vogliono poco.
Negli anni, credo, si scoprirà che il re è nudo, e che provvedere soltanto ad allargare i locali degli ospedali e a rendere più difficili le dimissioni dalle corsie (leggi promozioni sospese o bocciature), senza qualificare seriamente le cure (leggi corsi di recupero), servirà a trasformare l´ospedale in un immenso cimitero. Si scoprirà anche che in ospedale si arriva quando la malattia si è aggravata e che, se non si mette a mano a un bel programma di investimenti che prevenga le malattie, ben presto la politica dei tagli si convertirà in un implacabile boomerang, giacché un enorme cimitero della conoscenza dovrà pur costare qualcosa a qualcuno. Anche all´uomo dell´edicola. «Ma fermarli un anno certamente servirà a responsabilizzarli e a far loro capire che lo studio è una cosa seria e che non si può scherzare più, perché era diventata una vergogna, blablabla».
«È stato un piacere, buona giornata e arrivederci».


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