FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3863415
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto: È la lingua che ci fa uguali

Manifesto: È la lingua che ci fa uguali

Si fa un gran parlare del picco di bocciature alla secondaria, del cinque in condotta, della solita maturità. Capita così che davanti all'incremento dei respinti alla secondaria si scopra con stupore come in grandissima maggioranza siano extracomunitari

15/07/2009
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Tullia Colombo* Carla Ida Salviati*
Si fa un gran parlare del picco di bocciature alla secondaria, del cinque in condotta, della solita maturità.
Capita così che davanti all'incremento dei respinti alla secondaria si scopra con stupore come in grandissima maggioranza siano extracomunitari (l'88% è la percentuale nella mia città, Genova). Scuola razzista? si sono chiesti i giornali. Un gruppo di insegnanti, interpellati da una tv locale, ha parlato di assenza di mediatori culturali, di mancanza di quattrini per classi «particolari» (o non ci aveva già pensato la Lega?). Nessuno però ha lamentato la mancanza più clamorosa - a mio modesto parere - e cioè l'assenza assoluta di un piano di aggiornamento per affrontare, con rinnovati strumenti didattici, la rapida trasformazione delle nostre classi in comunità multilingue e multiculturali.
Dirigo la più diffusa rivista della scuola, La Vita Scolastica e il suo supplemento mensile, Sesamo, dedicato alla didattica interculturale. Penso spesso a quanto sia diverso lo scenario che osservo dalla redazione rispetto a quello diffuso dai colleghi ben più illustri della stampa doc. Mi capita di dialogare con tanti insegnanti di rara preparazione didattica, che magari lavorano in classi dove la totalità o quasi dei ragazzi è appena italofona.
Tutti invocano mediatori culturali e finanziamenti: ma molti chiedono anche formazione in servizio, materiali nuovi, strumenti e consigli per affrontare davvero la modernità. Sono proprio i docenti più avvertiti che non si accontentano della rapidità con cui un bambino straniero impara a comunicare in italiano. Loro sanno che i percorsi in una lingua sono lunghi, che vanno esercitati con la lettura, con testi complessi, con l'esposizione ai codici specialistici: sanno che ci vogliono molti anni, che non si comincia mai troppo presto, che questo percorso o lo pilota la scuola o non lo governa nessuno.
Il numero esagerato di extracomunitari respinti dalla secondaria in parte è certo vittima della difficile condizione sociale: ma in parte lo è anche delle didattiche inadeguate. Per possedere una lingua, al punto da poter affrontare lo studio della fisica e della storia, bisogna averla frequentata in largo ma soprattutto in profondità. Più che mai, è il possesso della lingua che salva e promuove: oggi, più che mai, è la lingua che ci fa uguali.
*Direttore riviste scolastiche Giunti Scuola
La scuola, ma non solo. Il pianeta «ragazzi», questo mondo sconosciuto. Le recenti riforme della didattica hanno mandato in soffitta tutto un universo pedagogico e «inventato» una nuova figura di bambino cui riferirsi. Abbiamo chiesto ad operatori del settore (editori, scrittori, illustratori, educatori) di esprimere il loro punto di vista. Ognuno dalla propria «stazione». Cominciamo con una casa editrice che da più di 150 anni fa libri e riviste di scuola, la Giunti. Che ha deciso di mostrare distinti «due sguardi» per dare voce, in modo diverso, a ciò che vedono dal medesimo osservatorio.
Mi piacerebbe parlare di quell'insegnante di Corleone (Palermo) che si era portata a casa la ragazzina minacciata dal padre mafioso; o di quell'altra di Quarto Oggiaro (quartiere di Milano) che mi dice che lei il telefonino lo fa usare ai suoi alunni, ma solo perché vuole che la chiamino a qualunque ora quando sono in pericolo; oppure ancora vorrei raccontare di quella maestra di Bergamo che da anni inizia la giornata a scuola facendo leggere liberamente un libro ai suoi bambini, o lei stessa ne legge uno a puntate ad alta voce a tutti, per mezz'ora, ogni giorno, prima di cominciare le lezioni, da che la conosco. E ormai è tanto tempo che ne conosco di insegnanti, per via del mio lavoro, che è fare libri di scuola. Insegnanti di ogni tipo, in scuole di frontiera dove prima ancora che «docenti», si fa gli educatori, dove si insegna la matematica, l'italiano, la storia perché bambini e bambine credano che un progetto di vita è possibile. Oppure quelli che stanno in scuole di «normale eccellenza», dove la ricerca in didattica dell'università si confronta col fare scuola ogni giorno delle maestre e dei maestri. Ma vedo anche nei miei giri tante e tante scuole dove chi insegna lo fa per tirare a campare, con fastidio, con malanimo verso i piccoli che non «riesce a tenere».
Ed è con questa scuola, con questa università attiva, che mi confronto per il mio lavoro, vi cerco autori, provo con loro a introdurre dentro quei famigerati libri di testo, tanto bistrattati (debbo dire soprattutto dall'élite un po' snob anche di sinistra), a portarvi progetti didattici di qualità. Un piccolo esempio, nato proprio affondando le mani nella scuola vera: l'attenzione al linguaggio, a come è scritto il testo di storia, di matematica, degli esercizi... perché i bambini possano prima di tutto comprendere ciò che debbono imparare o fare. Sembra banale, ma non si fa! Un libro di testo è «lungo» un anno intero. E se fatto bene magari fa maturare la voglia di leggere, di esser curiosi, di pensare con la propria testa...
Quello che vorrei è che di questa scuola, di queste persone che la abitano e di queste altre come noi che vi lavorano accanto, si occupassero persone responsabili, quelle che poi sulla scuola e sui libri prendon decisioni. È una cosa seria la scuola; il senso di un paese è l'importanza che esso dà all'istruzione dei suoi figli. Di questo senso mi piacerebbe discutere, pensando al futuro della scuola e del mio mestiere. Che i libri siano di carta o on line o da leggere sull'iPhone, poco importa. Importa quel che c'è scritto. Quel che i pensieri migliori pensano.
*Direttore editoriale Giunti Scuola


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL