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Unità: «Scuola privata, illegittimi i fondi pubblici»

Lo stabilisce una sentenza del Tar dell’Emilia. Ora dovrà intervenire la Corte costituzionale

18/03/2008
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l'Unità

di Marina Boscaino/ Roma

CONSEGNA: quali erano le tue aspettative prima di cominciare l’anno scolastico? Sono state confermate o no? Marcolino, quattordicenne di un istituto profes-
sionale di Torino, ha scritto: "I compagni li pensavo quasi tutti delinquenti, ma solo perché arrivo da una scuola privata e non sono abituato alla scuola pubblica, tanti stranieri e pochi coetanei. Invece è l’inverso: non ci sono delinquenti, pochi stranieri e tanti coetanei." Da qualche giorno si può sperare che il pre-giudizio erroneo di un ragazzino (che con il suo candore riesce, però, a cogliere autonomamente l’aspetto più autentico della realtà), di tanti ragazzini, di intere famiglie possa essere fugato anche grazie a un intervento della Consulta. Il Tar Emilia Romagna, con ordinanza n. 10 del 10 marzo 2008, decidendo i ricorsi proposti dal Comitato Scuola e Costituzione di Bologna contro la legge 52/1995 - approvata sotto la presidenza Bersani - ha ritenuto non manifestamente infondate le questioni di illegittimità costituzionale della legge che prevede il sistema integrato pubblico-privato e i contributi pubblici alle scuole private, chiedendo l’intervento della Corte Costituzionale, cui spetta il potere di annullare le leggi incostituzionali. La 52 prevede il contributo pubblico alla scuola materna dell’Emilia Romagna, prefigurando il sistema integrato previsto poi dalla legge sulla parità tra scuola pubblica e scuola privata (62/2000). Le scuole private ricevono finanziamenti da 3 canali: nazionale, regionale e comunale, raggiungendo cumulativamente un miliardo di euro l’anno. Una cifra notevole, soprattutto se si considera che la Finanziaria 2007 ha tagliato 4 miliardi di euro alla scuola statale, incrementando nel contempo di 50 milioni il finanziamento alle private, già aumentato di 100 milioni con la Finanziaria precedente. Cifre incomprensibili, se si ricorda che l’art. 33 della Costituzione afferma infatti che "La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi". Parte di mondo della scuola e società civile, quella che individua in quell’articolo della Costituzione un principio irrinunciabile e nella laicità della scuola un valore inalienabile, si batte da anni per ribadire che la scuola statale, per mandato costituzionale, ha da sola il compito di garantire a tutti un’istruzione di qualità per formare cittadini della Repubblica. La sentenza del Tar dell’Emilia Romagna sottolinea l’incostituzionalità del finanziamento diretto alle scuole private, in particolare perché esso costituisce una "violazione del principio della libertà di insegnamento e della libertà di istituzione di scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato"; rilevando che "la previsione di un sostegno finanziario direttamente a favore delle scuole dell’infanzia private per contributi di spesa corrente e di investimento (…) appare in contrasto con il divieto costituzionale di oneri finanziari in materia a carico del bilancio pubblico"; e sottolineando che "ogni contribuzione pubblica - ove rivolta direttamente a favore della gestione di scuole ed istituti di educazione privati - contiene il rischio elevato di una ingerenza sull’organizzazione della scuola stessa". Promemoria per una potenziale futura maggioranza: quello dei finanziamenti alle scuole private è un tema insidioso; preparato - come si è visto - dal punto di vista legislativo dal centro sinistra (in nome di insensate deroghe a principi fondanti della nostra Costituzione; in ossequio a "patti" e concessioni ad equilibri di schieramento; alla luce di una male intesa ottica di modernità, che spesso ha favorito derive mercantiliste anche in ambiti inaccettabili, come quello dell’istruzione), ha rappresentato il trampolino di lancio per lo scempio della scuola pubblica perpetrato dal centro destra. E dato modo, poi, al ministro Fioroni di assecondare la sua vocazione confessionale, concedendo finanziamenti pubblici persino alle scuole superiori private. L’intervento della Consulta potrebbe restituire senso al principio costituzionale. E ricordare in maniera definitiva come solo la scuola pubblica per sua natura possa svolgere una funzione egalitaria, laica e democratica.


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