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Unità: Tremonti taglia la scuola Gelmini: sì ai grembiuli di moda

Scuola massacrata. 8 miliardi di tagli all’istruzione. 150 mila posti in meno tra docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Nei prossimi tre anni scuole a rischio nei piccoli comuni,

02/08/2008
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l'Unità

di Maristella Iervasi/ Roma

Scuola massacrata. 8 miliardi di tagli all’istruzione. 150 mila posti in meno tra docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Nei prossimi tre anni scuole a rischio nei piccoli comuni, soprattutto collinari e montuosi e istituti accorpati. È l’effetto della scure della Finanziaria (art. 64 della manovra). Nessuna protesta contro Tremonti da parte del ministro Maria Stella Gelmini. Che anzi annuncia, con enfasi, il suo primo disegno di legge: voto in condotta e una «divisa» per tutti gli studenti, visto che «ci sono case di moda interessate». Tagliente il commento di Enrico Panini, segretario generale Flc-Cgil: «I provvedimenti della Gelmini sono poco meno di un’aspirina a fronte dei 16mila miliardi di lire in meno per la scuola e l’Università svenduta ai privati».

La scure della Finanziaria All’articolo 64 della manovra prevede un piano di riduzione della spesa pari a 7 miliardi e 832 milioni di euro entro il 2012 (456 milioni nel 2009; 1.650 miliardi nel 2010; 2 mld e mezzo nel 2011 e 3,1 mild nel 2012) e di tagli indiscriminati agli organici del personale di ben 87mila posti di docente e di 43mila posti di operatori Ata. Enrico Panini, segretario generale Flc-Cgil: «Secondo i nostri conteggi la platea complessiva dei tagli è più alta e rigurderà 150mila persone: circa 100mila docenti e 47mila Ata). Mercoledì prossimo è previsto un incontro della Gelmini con i sindacati del settore, «ma difficilmente - sottolinea Panini - sapremo in quella sede come il ministro intende dare attuazione al decreto. Con l’inizio dell’anno scolastico si aprirà quindi un conflitto contro la manovra che intende chiudere centinaia e centinaia di classi nel nostro paese». Il problema infatti non è di poco conto. Il governo ha scelto di operare un taglio secco sulla scuola di 16 miliardi delle vecchie lire e a pagarne le spese saranno soprattutto le scuole dei piccoli comuni, con mille disagi per gli studenti e le loro famiglie che vivono in collina o in zone montuose. Uno dei primi interventi sarà quello di aumentare il numero minimo di studenti, attualmente fissato in 500. Di conseguenze, scuole accorpate a rotta di collo. Si interverrà anche sul numero minimo per formare una classe (in barba magari alle deroghe per le zone disagiate) e quindi intere classi o sezioni scompariranno. Insomma, ci saranno meno scuole autonome e più aggregate. E già fioccano le proteste. Il Piemonte, con l’assessore regionale Gianna Pentenero, lamenta il «disinteresse» della Gelmini: «Solo nel capoluogo torinese saranno circa 2000 gli addetti che rimarranno senza occupazione: 208 docenti in meno nella scuola dell’infanzia; 871 alla primaria; 482 alle medie e 588 alle superiori». Oltre al taglio al personale Ata e di sostegno ai disabili stimato in 1460. Preoccupata anche la Toscana: «Si rischia una vera emergenza in più della metà dei comuni sotto i 5mila abitanti: 141 su 287», sottolinea Nicola Danti, consigliere regionale del Pd. E così anche la Sicilia, che ha subito presentato un’interrogazione: «La Sicilia paga il maggior tributo di cattedre: 2551 tra insegnanti e personale Ata».

Voto in condotta Sui banchi tornano le «valutazioni comportamentali», l’ex 7 in condotta abolito nel 1988 dal ministro Luigi Berlinguer. Chi si comporta male o commette episodi di bullismo rischia la bocciatura, a prescindere dal brillante curriculum di studi. Il comportamento degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, verrà valutato dal consiglio di classe: concorrerà alla valutazione complessiva e potrà determinare, se insufficiente, la non ammissione all’anno successivo. Ai fini dell’ammissione all’esame di Stato, è prevista la riduzione fino ad un massimo di 5 punti di credito scolastico. «Ai miei tempi si andava dietro la lavagna», ha detto Silvio Berlusconi in conferenza stampa a Napoli dopo l’approvazione del Ddl. «La realtà del nostro sistema scolastico non induce proprio al sorriso», ha commentato Maria Pia Garavaglia, ministro ombra dell’istruzione.

Nuova materia Dal prossimo anno nella scuole secondarie sarà introdotta la disciplina: Cittadinanza e Costituzione, 33 le ore annuali di insegnamento.

Continuità didattica Lasciato alle singole scuole il reclutamento dei supplenti annuali.

Card per studenti Nasce «Io studio» per gli studenti delle superiori e, in futuro, dell’Università. Verrà distribuita a 2,5 milioni di ragazze e ragazzi.


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