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Unità: Teramo, negazionismo in facoltà:«L’Olocausto? Non c’è mai stato»

Il contestato professor Faurisson invitato dall’Università dal docente Moffa che dice: «Mi convince sempre di più...»

15/05/2007
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l'Unità

Il contestato professor Faurisson invitato dall’Università
dal docente Moffa che dice: «Mi convince sempre di più...»

di Massimo Franchi

IL NEGAZIONISMO SALE IN CATTEDRA Robert Faurisson è un professore di letteratura francese che dagli anni settanta ha cambiato settore. Pur non essendo uno storico, è diventato il capofila di coloro che sostengono che le camere a gas non servi-
vano per sterminare. Per lui molti dei sei milioni di ebrei morti nella seconda guerra mondiale in realtà sono emigrati in Asia. Ebbene, in nome della libertà di espressione il professor Claudio Moffa, docente dell’Università di Teramo, vuole a tutti i costi che Faurisson faccia lezione ai suoi studenti. Lo aveva invitato come relatore nel suo master “Enrico Mattei in Medio Oriente”, partito lo scorso anno con la prolusione del senatore Giulio Andreotti, applaudito relatore di una lezione citata da Moffa anche nel suo articolo “Perchè Faurisson e i negazionisti mi convincono sempre più”. Un corso che aveva già destato la reazione della comunità scientifica perché, usando un eufemismo, c’era uno sbilanciamento verso tesi contrarie allo stato di Israele.
Giovedì scorso, dopo una vera sollevazione di popolo, il rettore dell’ateneo teramano Mauro Mattioli, definiva l’invito di Faurisson «una iniziativa assolutamente inaccettabile» e riusciva a bloccare la lezione. Ma Moffa non demorde, e anzi rilancia. «Ho deciso di invitare Faurisson a tenere una lezione al mio corso di Storia ed istituzioni dei paesi afro-asiatici venerdì alle 15 alla facoltà di Scienza politiche. Non capisco perché non possa venire».
Contro l’invito a Faurisson è nato un appello sottoscritto in pochi giorni da più di cinquecento personalità del mondo accademico, religioso (accanto ad esponenti della comunità ebraica anche studiosi cattolici) e politico. Vi si legge che il binomio negazionismo-università non funziona perché «dare la parola in sede scientifica a chi nega l’esistenza della Shoah sarebbe come pretendere che sostenitori del sistema tolemaico intervenissero a un convegno di astronomi». E inoltre si chiede di evitare una «tribuna dove la negazione della Shoah viene spacciata per legittima critica alla politica dello Stato di Israele; dove a quelli che Pierre Vidal Naquet ha definito “gli assassini della memoria” (negatori dell’Olocausto) si attribuisce lo statuto di storici».
Il promotore è Brunello Mantelli, docente di Storia dell’Europa all’Università di Torino, che spiega come «tutto il master di Moffa era pieno di antisemitismo cospirativo: come si sono inventate le armi di massa di Saddam per la guerra in Iraq, così si sono inventate le camere a gas per dare una terra agli ebrei. L’idea base era che lo stato di Israele sia figlio degli Stati Uniti e che si legittimi sull’Olocausto. Negando l’Olocausto, si nega quindi ad Israele di esistere». Per Mantelli la libertà di espressione in questo caso è solo un pretesto. «Moffa la richiama in modo strumentale per cercare di mettere tutto sullo stesso piano. Se Faurisson fosse stato invitato in un circolo privato non avremmo protestato in questo modo. Qui invece una persona che non è uno storico, che propugna idee che sono state ripetutamente smentite, viene chiamato in un’aula università pubblica».
L’appello è rivolto anche al ministro dell’Università Fabio Mussi che ieri ha risposto con parole molto chiare. L’invito a Faurisson è «una mediocre provocazione politica contro la quale il governo interverrà», «quando si invita qualcuno per le sue competenze scientifiche - ha detto Mussi - occorre che ci sia una prova di queste competenze. Faurisson, negazionista che nega la gravità della Shoah e dei campi di concentramento nazisti, non ha questo riconoscimento da nessuna parte della comunità scientifica europea, tanto meno dalla Francia, dalla quale viene».
Da parte sua Moffa non molla la presa. Neanche alla richiesta di lasciare entrare alla lezione di Faurisson anche chi lo accusa di antisemitismo. «Io non posso trasformare la mia lezione in una rissa. Ho invitato Romano Canosa, magistrato di Teramo che mi ha criticato. Ma non ho avuto risposta. Di fianco a me in cattedra ci saranno intellettuali e consiglieri comunali teramani che hanno sottoscritto il mio contro appello. Sul resto sceglierò io chi far entrare». Moffa, ex di Lotta Continua, sul suo sito definisce l’appello contro Faurisson come la “bolla Gattegna- Mantelli”. Si fregia dell’adesione di Franco Cardini al suo contro appello e definisce «stalinismo senza Stalin» gli «strali degli accademici filo israeliani».