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Prove tecniche di totalitarismo. Il Berufsverbot dell'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna

Ma le scuole non ci stanno. Un documento e un appello dei lavoratori delle scuole di Modena riuniti in un'assemblea con tutti i sindacati. Le parole d'ordine: non farsi intimidire, difendere le libertà costituzionali e la scuola pubblica.

25/05/2010
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>> Scarica il volantino <<

Si susseguono le prese di posizione in tutte le scuole contro la circolare del dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna che "invita" il personale della scuola ad astenersi dal prendere posizione pubblica contro l'amministrazione di appartenenza.

Questo novello Berufverbot di un funzionario zelante la dice lunga del clima che si va respirando sempre più nel nostro paese. Il governo e i ministri sono degli intoccabili, qualunque cosa facciano non devono essere criticati. Tutto questo ha solo un nome totalitarismo.

Le dimissioni del dirigente Marcello Limina, che viene meno ai suoi compiti di dirigente dello stato per fare il portavoce del ministro, sono richieste dall'assemblea dei lavoratori della scuola di Modena, organizzata il 20 maggio da tutti i sindacati: FLC Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals, Gilda.

In un documento approvato dall'assemblea si ricorda a Limina che la libertà di espressione - che sta così scomoda a questo governo - è una libertà fondamentale garantita da tutte le Costituzioni democratiche: è un diritto inviolabile perché sta a fondamento della stessa democrazia.

Dalle scuole di Modena respingono "l'ennesimo tentativo di premere sui dirigenti scolastici (presidi) per impedire la divulgazione di opinioni sulla scuola da parte di insegnanti e genitori e per soffocare all'interno delle scuole, e in particolare nel collegio docenti, organo di democrazia, la libertà di dissentire e di avanzare proposte alternative a quelle della dirigenza". E rivendicano il diritto di protestare "contro i provvedimenti del governo volti a smantellare un bene comune come la scuola pubblica" e di informare anche le famiglie.

Il documento si conclude così:
"Non ci faremo intimidire e difenderemo i diritti democratici continuando ad esercitare il dissenso e la protesta attraverso tutti gli strumenti sindacali e politici sanciti dalla Costituzione e dai contratti di lavoro.

Chiediamo ai sindacati e alle forze politiche che hanno a cuore i diritti democratici e una scuola di tutti e per tutti, di qualità e partecipata, di sostenere pubblicamente questa mozione".

E noi la sosteniamo.

Roma, 24 maggio 2010

Tag: governo