Attività alternative all'Insegnamento della Religione Cattolica: quel modulo non s'ha da usare
Grave incongruenza tra il testo della circolare sulle iscrizioni per l'a.s. 2010/2011 e i modelli allegati. E' necessario che le scuole provvedano autonomamente a predisporre un proprio modulo.
Allegati alla circolare n. 4/10 sulle iscrizioni alla scuola dell’infanzia e del primo ciclo ci sono moduli che, a dire della stessa circolare “sono proposti a scopo orientativo come tracce da contestualizzare”: l'abbiamo segnalato anche nel fascicolo sulle iscrizioni recentemente pubblicato.
Ma riteniamo comunque grave che, per quel che riguarda le attività alternative all'Insegnamento Religione Cattolica, tra il testo della circolare e i moduli allegati vi siano incongruenze.
Di che cosa stiamo parlando?
Della scelta che i genitori degli alunni non avvalentesi dell'Insegnamento Religione Cattolica sono tenuti a fare in merito alle attività alternative.
Nella circolare, al punto 4.:“Insegnamento della religione cattolica e attività alternative”, vengono citate le 3 opzioni possibili ovvero:
-
attività didattiche e formative
-
attività individuali o di gruppo con assistenza di personale docente;
-
non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica
Nell'allegato Modello E - “Modulo integrativo per le scelte degli alunni che non si avvalgono dell'IRC” - le scelte prospettate sono invece solo due, e quella che non compare è la prima: attività didattiche e formative.
Proprio quella che, data anche la fascia di età cui si riferisce la circolare, è la più frequente.
Proprio quella che l'Amministrazione è tenuta a garantire, anche attraverso nomine ad hoc di supplenti.
Si vedano a tal proposito il recente decreto della Direzione Scolastica del Friuli e la nota FLC “Ora alternativa all'insegnamento della religione cattolica”.
Stiamo segnalando in queste ore al MIUR la grave incongruenza tra testo della circolare e Modello E.
Nel frattempo, ad evitare che si producano nei fatti lesioni gravi al diritto di usufruire di attività alternative didattiche e formative a pieno titolo, quindi non con la mera “assistenza” ma con la docenza da parte di insegnanti deputati, invitiamo le scuole a non utilizzare il modello E, ma a produrne (come peraltro previsto) uno proprio che contempli le 3 opzioni garantite dalla legge.
Roma, 20 gennaio 2010
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