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Unione Europea. Riforme troppo lente dei sistemi educativi. A rischio il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona 2010

Toni preoccupati nel rapporto 2007 della Commissione Europea sui progressi compiuti verso l’acquisizione degli obiettivi di Lisbona nel campo dell’istruzione e della formazione. Per tutti gli indicatori, i progressi sono troppo moderati. Unica nota positiva: l’incremento dei laureati nelle materie scientifiche e tecniche.

04/10/2007
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Strategia di Lisbona verso il fallimento? A leggere i dati del Rapporto 2007 sui progressi fatti nel settore educativo, parrebbe proprio di sì. Mentre mancano solo due anni al fatidico 2010, il Rapporto, pubblicato il tre ottobre, evidenzia l’insufficienza di quanto finora fatto, in quasi tutte le aree. Per il preoccupato Jan Figel, Commissario Europeo per l’Educazione e la Cultura, occorre che “gli stati membri raddoppino i loro sforzi e che i decisori politici comprendano una volta per tutte che c’è bisogno d’investimenti nel capitale umano europeo”.

I dati più rilevanti del Rapporto sono:

  • ancora troppo alto il tasso degli abbandoni precoci: nel 2006, circa 6 milioni di giovani (18-24 anni) hanno abbandonato prematuramente la scuola. Per raggiungere l’obiettivo per il 2010 (un tasso di abbandoni del 10%), il numero uscite premature da scuola dovrebbe diminuire di 2 milioni. Tra i paesi più virtuosi, Repubblica Ceca (5.5%), Polonia (5,6%) e Slovacchia (6,4%).

  • Occorrono più diplomati, 2 milioni in più del numero attuale. Di nuovo i Paesi più virtuosi sono la Repubblica Ceca, la Polonia e la Slovacchia.

  • Il tasso dei laureati nelle materie scientifiche, matematiche e tecniche costituisce l’unico caso in cui si è già superato l’obiettivo. I paesi con il maggior numero di laureati ogni 1000 giovani (20-29 anni) sono: Irlanda (24,5%), Francia (22.5) e Lituania (18.9).

  • Insufficiente la partecipazione ad attività formative da adulti: il raggiungimento dell’obiettivo del 12,5% richiederebbe un aumento di adulti in formazione pari a 8 milioni. Come sempre, i paesi che hanno le prestazioni migliori sono la Svezia (32,1% nel 2005), la Danimarca (29,2%) e il Regno Unito (26,6%).

  • Ancora preoccupanti i livelli di competenze linguistiche dei 15enni: uno su cinque non raggiunge il livello più basso. I paesi con le prestazioni migliori sono la Finlandia (5,7%), l’Irlanda (11%) e l’Olanda (11,5%).

Anche altri indicatori, che però non fanno parte dei cinque concordati tra gli Stati membri, mostrano che occorre accelerare i processi di riforma. Per esempio, alla maggior parte degli alunni dei paesi dell’Unione Europea non sono ancora insegnate due lingue fin dai primi anni di scuola, inoltre rimane una grande preoccupazione per il finanziamento e l’efficienza dei sistemi educativi.
La situazione più pesante riguarda l’istruzione superiore dove, malgrado i progressi fatti, è necessario raddoppiare gli investimenti.

E l’Italia? I problemi di sempre. Uno dei dati più preoccupanti è l’elevato tasso di abbandoni, pari al 20,8% nel 2006 (media UE 15,3) e malgaro i progressi fatti resta ancora sotto la media il tasso dei diplomati: il 75,5% contro una media UE del 77,8%. L’unico dato positivo riguarda il tasso dei laureati nelle materie scientifiche e tecniche.

Roma, 4 ottobre 2007