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Diritti d’autore, formazione e libertà didattica. Una petizione per cambiare una legge sbagliata

La Siae senza alcuna distinzione invia multe anche a chi utilizza le “opere protette” come strumento didattico e formativo e, perciò, senza fini di lucro. Promossa una petizione dall'Anitel (Associazione Nazionale Insegnanti Tutor e-Learning)

23/02/2007
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La petizione, dal titolo, “No copyright su formazione, insegnamento e cultura senza fini di lucro” ha già raccolto, in meno di un mese, tantissime firme, tra le quali quella del Segretario generale della FLC Cgil, Enrico Panini.

La petizione è stata promossa dall’ANITEL (Associazione Nazionale Insegnanti Tutor e-Learning) all’indomani delle azioni che la Siae, interpretando alla lettera una vecchia legge del 1941, aggiornata dal precedente governo nel 2004, sta mettendo in atto contro i siti di carattere culturale e didattico, senza operare nessuna logica distinzione tra chi fa uso delle “opere protette” per fini di lucro e chi utilizza l’arte e la cultura per fini didattici e formativi.

E’ preoccupante come la rigidità con la quale si interpretano norme legislative, possa condizionare e pregiudicare il lavoro quotidiano di tanti insegnanti che non possono certo fare a meno di utilizzare e riprodurre opere d’arte, siano esse testi scritti, musiche, filmati, citazioni ecc..
Ma qui si apre un capitolo che ci porterebbe lontano: quale idea di cultura c’è in chi ha studiato la legge “per contrastare la diffusione telematica abusiva di materiale audiovisivo, nonché a sostegno delle attività cinematografiche e dello spettacolo"? Nelle norme dell’attuale legge serpeggia l’idea che tutte le espressioni della cultura e dell’arte si debbano comprare, sempre e comunque! Chi è preposto a salvaguardare i diritti morali e patrimoniali di autori di opere non sa - o non intende - distinguere tra chi va punito, e giustamente, perché “lucra” sul lavoro di altri e chi è impegnato a diffondere quel lavoro per scopi esclusivamente didattici?

Con la petizione si intende chiedere al Governo di rivedere l’attuale legge e di esonerare la scuola, gli insegnanti e quanti producono cultura gratuitamente dal vincolo previsto sul copyright.

Chiediamo a tutti i lavoratori della conoscenza di sottoscrivere la petizione e di diffonderla nei luoghi di lavoro affinché si arrivi, nel più breve tempo possibile, a porre fine ad una inaccettabile pratica di indistinte sanzioni, condizionando la funzione formativa della scuola e la libertà didattica degli insegnanti.

Roma, 23 febbraio 2007

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