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A proposito dell’articolo del Sottosegretario Dalla Chiesa su l’Unità di sabato 8 dicembre

Veramente dovremmo fare noi un appello al Governo…

10/12/2007
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Su l’Unità di sabato 8 dicembre è apparso un articolo, "Non spegniamo la musica", a firma del Sottosegretario al M.U.R. on. Nando Dalla Chiesa, redatto in forma di appello alla stessa maggioranza politica di cui il Sottosegretario è espressione, per trovare in Finanziaria 20 milioni di euro per il finanziamento di Accademie e Conservatori.

L’appello è largamente condivisibile nel merito, perché elenca con capacità espressiva le tante ed ottime ragioni per le quali il sistema dell’Afam è importante per il nostro Paese, la sua immagine, la sua cultura. Ricorda come i 20 milioni richiesti equivalgano ad un chilometro di autostrada, e andrebbero, molto più meritoriamente, a rappresentare l’ossigeno indispensabile per un sistema in diverse realtà semi-comatoso.

Ci permettiamo, tuttavia, di aggiungere le seguenti considerazioni:

  • questo Governo è in carica da un anno e mezzo, è alla sua seconda Finanziaria, mentre il Sottosegretario detiene da pari tempo la delega al settore Afam; non pare di poter dire che in questo lasso di tempo la situazione dell’Afam sia migliorata; anzi, forse sta peggio di prima

  • oltre alla mancanza di finanziamenti che la sta strangolando, l’Afam sconta una pluriennale serie di inadempienze normative e regolative, che hanno mantenuto bloccata, ormai da otto anni, l’applicazione della riforma

  • alla luce della sperimentazione pluriennale, è possibile, soprattutto per i Conservatori, che non sorga il dubbio sulla inadeguatezza del modello prefigurato dalla 508 rispetto alla finalità istituzionale e che, invece di proseguire alla cieca, non si verifichino ipotesi correttive? Davvero al Governo sfugge il progressivo evaporare di un disegno di riforma che si dimostra ogni giorno più inefficace, e rispetto al quale non bastano più gli interventi ordinari?

Possiamo sforzarci di capire il travaglio che affligge il Sottosegretario sul piano personale, ma gli appelli a se stessi sono pura testimonianza umana.

La politica è la politica, e le istituzioni sono le istituzioni. E i giudizi politici si danno sui fatti e non sui sentimenti.

Roma, 10 dicembre 2007